Le avventure di Pinocchio. Letture e suggestioni

Una notevole produzione pedagogico - educativa caratterizzò Firenze nel corso del XIX secolo. Nel primo ventennio della nuova Italia tuttavia, non era ancora chiara la distinzione tra letteratura per l’infanzia e testi scolastici, che sarà evidente negli anni successivi per l’impulso dato dalla obbligatorietà dell’istruzione elementare.

Tra le iniziative pedagogiche postrisorgimentali atte a promuovere la cultura tra gli italiani, ad eliminare gradualmente l’altissimo tasso di disoccupazione, si inserisce la rielaborazione del testo Giannettino di Luigi Alessandro Parravicini.

L’editore Paggi, soddisfatto del lavoro di traduzione del testo I racconti delle fate approntato da Carlo Collodi, gli propone la rielaborazione di Giannettino che, narra Ippolito Collodi, con non molto entusiasmo il fratello accettò di compiere. Anche se il racconto del germano non va preso alla lettera, si può notare, tuttavia, come egli giudicasse lavori d’occasione i libri per l’infanzia che, successivamente, scriverà.

Per quanto innumerevoli siano i ritardi che lo vedono protagonista, il talento letterario di Collodi è indiscusso. Con l’entrata in vigore nel luglio del 1877 della legge Coppino che rendeva gratuita e obbligatoria l’istruzione elementare, cambiarono sia gli obbiettivi che i lettori delle opere pedagogiche. La letteratura d’infanzia illuministica viveva di un pubblico costituito da bambini dei ceti superiori che non dovevano essere spronati allo studio poiché o erano seguiti da insegnanti privati o frequentavano pregiati istituti scolastici.

Pertanto le vicende narrate all’interno di questo filone letterario venivano costruite attorno a ragazzini dediti allo studio, desiderosi di apprendere. Invece, all’epoca in cui visse Lorenzini, si mirava soprattutto all’educazione di fanciulli che avevano sempre vissuto per le strade e avevano alle spalle famiglie poco abbienti, costrette a farli lavorare. La differente impostazione emerge chiaramente da una lettura parallela del Giannettino del Parravicini e quello del 1877 di Collodi.