La veste anglicizzata dei nomi di professione

L'italiano comune vede continuamente nuovi anglicismi fare il loro ingresso nel suo lessico.
Può trattarsi di termini esprimenti concetti per i quali esso non possiede degli equivalenti oppure parole che rappresentano la moda del momento e che hanno alterne fortune, talvolta lasciando qualche segno del loro passaggio. Ciò è indubbiamente dovuto all'alta considerazione che ha l'inglese presso la cultura italiana in quanto è vista oggi come la lingua del successo, della modernità e delle persone colte.
Il problema è culturale oltre che strettamente linguistico. Nell'introduzione al suo libro, De Felice scrive: «mentre la cultura può modificarsi anche radicalmente in tempi brevi, la reazione della lingua è sempre più lenta e modesta, e comunque non organica e globale ma differenziata e quasi contrapposta nelle due fondamentali componenti sistematiche della struttura linguistica, la grammatica […] e il lessico».
Lo studioso continua sostenendo che mentre la grammatica reagisce più lentamente e con parzialità anche alle modificazioni più rivoluzionarie, il lessico risponde rapidamente e talvolta in maniera sproporzionata a determinate sollecitazioni. Viene riportato come esempio il rinnovamento operato dal Cristianesimo tra il II e IV secolo nella cultura romana, in cui se già vi erano in atto dei meccanismi di “aggiornamento” della grammatica, essi sono stati semplicemente accelerati.