La musica per film e il cinema moderno. Giovanni Fusco tra Antonioni e Resnais
L’avventura (1960): La musica è essenza dell’anima
Nastro d’argento per la miglior musica. La colonna sonora segue gli stati d’animo e le emozioni dei personaggi, grazie ad una partitura sottile e angosciosa dai timbri rarefatti e inconsueti, basati soprattutto su un concertino di legni e fiati diversamente combinati fra di loro. È scomparsa una «struttura portante», il disegno architettonico del film che si lascia guardare per la bellezza estetica delle immagini piuttosto che per la ricchezza del dialogo, viene ignorato dalla musica che diventa una sorta di metalinguaggio che va oltre facendosi quasi metafisica e diventando riflesso dell’anima.
Messa in scena con una magistrale lentezza: la musica non ha più niente di «concertistico», non esiste nemmeno al di fuori del film. «Plus cinéaste que musicien» ha detto di Fusco un critico francese Michel Fano. Così, alla prolusione ritmica, un «ostinato» angoloso e fortissimo, dalla forza furibonda, succede l’impasto di fiati sfuggenti, tristi, misteriosi, su scale discendenti del clarino, nella prima ricerca nell’isola di Anna scomparsa; a brani evocativi delle occupazioni mondane dei protagonisti e della loro incapacità di ancorarsi a qualcosa di eticamente valido (sviluppi dell’«ostinato» iniziale; un pezzo chiuso basato su un ritmo di «bolero») (= troviamo mescolate reminiscenze jazzistiche e pop al Bolero di Ravel) si oppongono interventi Ŕ legati al rapporto fra Sandro e Claudia è disarticolati, basati su note tenute a lungo, alonate, che diventano sfondo metafisico, privi di «scheletro¬, proprio com'è, sentimentalmente, il protagonista.
Nel film c’è posto anche per un pezzo di bravura: un pezzo chiuso descrittivo della vita del grande albergo, teatro del finale, che prende spunto dalla presenza di un’orchestrina tipica formata da mandolini e chitarre per sviluppare un brano di sapore modernissimo e gustoso, assai lontano dal folclore in cui si esercita solitamente, e in modo deleterio, uno strumento particolare come il mandolino. Comunque l’accento della colonna sonora è su quel tipo di musica quintessenziata cui abbiamo accennato: secondo l’espressione usata nella presentazione di questa fatica nella trasmissione Colonna sonora curata da Glauco Pellegrini per la nostra TV, dai grandi temi, all’atmosfera, ai suoni puri. La musica è ridotta ad un lamento.
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La musica per film e il cinema moderno. Giovanni Fusco tra Antonioni e Resnais
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Informazioni tesi
Autore: | Sonia Picozzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Vittorio Caldiron |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 256 |
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