Analisi della disciplina europea in materia di gestione delle crisi transfrontaliere nel settore bancario: diritto vigente e prospettive di riforma

Il Testo Unico Bancario regolamenta uno speciale regime di gestione delle crisi nel settore bancario. L’unico limite a queste disposizione risiede nel fatto che non è prevista una procedura unica a livello di gruppo bancario, ma anzi un meccanismo di coordinamento delle differenti procedure.
In breve, la Banca d’Italia assume una posizione centrale nella gestione degli interventi, invero ha il potere di supervisione su tutte le banche nazionali, e, ove necessario, di instaurare una procedura di Amministrazione straordinaria con la conseguenza che subentra nei poteri di gestione e amministrazione di tutto il gruppo bancario.

Inoltre, questo tipo di interventi non sono previsti solo per singole entità, ma anche per interi gruppi di banche affidando così la gestione delle singole procedure ad un’unica autorità. Quando la società madre è soggetta all’Amministrazione straordinaria, anche tutte le società figlie in stato di crisi saranno coinvolte; per cui la legge consente di attuare un piano di riorganizzazione unico a livello di gruppo, però senza comportare il consolidamento totale delle attività e delle passività del gruppo.

Con le riforme del Diritto delle crisi d’impresa avutesi negli anni 2005-2007 non sono state introdotte grandi novità in materia di insolvenza bancaria transfrontaliera. Ad esempio non è stata affatto affrontata la tematica di gestione di gruppo delle crisi.
Tutt’ora, come ho già avuto modo di dire, le procedure vengo intraprese a livello di singole entità con la possibilità di gestire in maniera congiunta i differenti interventi. Tuttavia con ciò non si elimina la disparità di trattamento che inevitabilmente si viene a definire.

Ciò nonostante sono stati introdotti alcuni strumenti innovativi come ad esempio i 'debt restructuring agreements' (accordi di ristrutturazione dei debiti) regolati all’articolo 182 bis della Legge fallimentare. In questo senso L’imprenditore in stato di crisi può domandare, depositando la documentazione di cui all'articolo 161, l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, unitamente ad una relazione redatta da un professionista in possesso dei requisiti di cui all'articolo 67, terzo comma, lettera d) sull'attuabilità dell'accordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei. II.
L'accordo è pubblicato nel registro delle imprese e acquista efficacia dal giorno della sua pubblicazione.