Il policy making dell'Unione Europea
La conoscenza e l’apprendimento nel policy making
La conoscenza, viene concepita come un insieme di dati, informazioni e interpretazioni, a cui gli attori presenti nell’arena politica, fanno ricorso per capire e spiegare la realtà. È una risorsa importante, soprattutto nei contesti che sono caratterizzati da incertezza. Questo paragrafo si concentrerà sui rapporti fra politica e conoscenza, con riguardo all’architettura della governance europea. In un primo momento, tratterò gli approcci alla conoscenza, come risorsa del policy making in correlazione con il presentarsi di nuove forme di governance. In un secondo momento, tratterò i principali strumenti e strategie di apprendimento organizzativo, usati a livello europeo.
Con strumenti di apprendimento organizzativo, si fa riferimento ai dispositivi procedurali e strutturali che permettono alle organizzazioni di apprendere, cioè di raccogliere, analizzare, catalogare, disseminare e di usare le informazioni importanti ai fini della propria attività. Infine delle considerazioni sulla questione dell’apprendimento nell’ambito delle politiche pubbliche. L’affermarsi di modalità innovative per la produzione di beni collettivi, e lo svolgimento di funzioni pubbliche, ha portato al riproporre l’interesse per il ruolo delle competenze e delle dinamiche di apprendimento, anche una rifocalizzazione della conoscenza come risorsa nei processi decisionali.
Gli approcci relativi alla produzione di risorse cognitive nel policy making sono tre: razionale, partecipativo, e riflessivo. L’approccio razionale, si riferisce alla conoscenza come il sapere posseduto da una ristretta cerchia di specialisti e messo a disposizione degli attori decisionali. All’interno del policy making il processo conoscitivo si limita all’acquisizione e all’utilizzo di dati e informazioni, al fine di ottimizzare il raggiungimento di obiettivi predefiniti. I soggetti portatori di competenze e saperi specialistici, appartengono alle comunità professionali tecnico-scientifiche, all’occorrenza consultate dalle autorità pubbliche.
Quindi la conoscenza si presenta come una risorsa immessa nel policy process, solo se sia considerata utile, mentre la sua produzione rimane un’attività distinta e autonoma rispetto al momento decisionale. Nell’approccio di tipo partecipativo, la conoscenza è intesa come elemento che emerge in seno a processi di policy making aperti ad una pluralità di attori, cioè le autorità pubbliche, stakeholders ed esperti, coinvolti nell’elaborazione di iniziative di policy. La conoscenza è il risultato di pratiche discorsive rivolte all’aggregazione, o alla sintesi di saperi ed interessi di diversa origine e natura.
Ci sono due modalità dove la combinazione delle preferenze può realizzarsi. Da una parte, mediante il compromesso fra gli interessi presenti nell’arena decisionale. Il processo conoscitivo, si realizza nello scambio di informazioni all’interno di reti più o meno formali di attori, ed ê finalizzato all’identificazione di soluzioni attuabili, evitando gli ostacoli che impediscono l’aggiustamento tra le parti. Dall’altra parte, la ricomposizione delle preferenze può avvenire tramite il ricorso a pratiche deliberative.
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Il policy making dell'Unione Europea
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Informazioni tesi
Autore: | Erika Cerquetti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi della Tuscia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'amministrazione |
Relatore: | Roberto De Rosa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 73 |
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