La lettura del paesaggio attraverso i diari di due scrittrici: Anna Jameson e Dorothy Wordsworth

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso si manifesta, nell'ambito della ricerca geografica, una nuova corrente epistemologica fondata sui principi della fenomenologia che porta ad un nuovo e più moderno atteggiamento con il quale affrontare lo studio del territorio; a tale proposito Girolamo Cusimano parla di svolta culturale e di geografia post–positivista.
Quando l'influsso del paradigma neopositivista, che tendeva a negare il valore della soggettività in nome del dominio assoluto dell‘oggettività con le sue certezze matematiche, sembra dominare la scena delle scienze sociali, si sviluppa una nuova corrente critica che respinge la teoria, i metodi e i principi sui quali si fonda il paradigma.
Questa crisi sociale riflette la situazione di sconcerto in cui si è venuta a trovare la società, sottoposta ad una serie di sconvolgimenti e disillusioni che hanno portato l'uomo moderno in uno stato di alienazione.
Con la presa di coscienza della progressiva svalutazione del positivismo, si sviluppano una serie di correnti critiche che vanno ad attaccare la visione troppo meccanicistica del paradigma neopositivista e delle scienze empiriche.