Hermann Nitsch - Dall'azione al relitto alla luce del suo rapporto con Napoli (1974 - 2010)

“LE MIE AZIONI SONO IL METTERMI IN CAMMINO VERSO IL COLORE, VERSO IL SEGRETO PROFONDO DEL COLORE…”
In seguito alla conclusione del proprio ciclo di studi all’Istituto Sperimentale di Grafica di Vienna, Hermann Nitsch, che fino a quel periodo si era orientato verso una pittura tradizionale e sotto l’esempio dei maestri dell’antichità, abbandonò per ben due anni la pittura, sentendosi come giunto a un vicolo cieco.
Il confronto col Tachisme e con l’Informale gli consentì di muovere i primi passi verso il proprio modo di esprimersi con i mezzi pittorici.
Riporto qui le parole di Wieland Schmied che evidenziano un momento cruciale dell’intuizione germinale del lavoro vero e proprio di Hermann Nitsch:
“Una sera in cui si trovava nello studio messogli a disposizione presso il Museo della Tecnica, Nitsch iniziò quasi involontariamente a spruzzare colore, utilizzando esclusivamente il rosso.
Effettivamente intendeva soltanto realizzare il primo fondo di una tela, e lo aveva fatto utilizzando molto colore per mancanza di tempo.
Il risultato che gli si mostrò alla fine, tuttavia, lo entusiasmò e lo appassionò come se avesse concretizzato un suo sogno. Fu così che l’atto di dipingere diventò rituale di accesso all’Azione.