Skip to content

La costruzione narrativa dell’io: Genet, Calaferte, Sarraute, Modiano

La costruzione narrativa dell'io

Alla luce di questi concetti di genesi, rinascita, recupero e liquidazione, allora, si può capire come lo statuto dell'io per questi scrittori sia decisamente diverso da quello delle autobiografie tradizionali.
In esse, infatti, l'autore parla di sé descrivendosi, proponendo quindi una scrittura mimetica, che ricalchi cioè la realtà di un io compatto e pre-esistente alla messa nero su bianco sulla pagina. Il loro obiettivo diventa allora quello di (far finta di) ricercare una identità perduta con la certezza di ritrovarla, o, meglio, mettono in mostra il percorso che li ha condotti a questo ritrovamento. È una versione compiaciuta e narcisistica della letteratura, la quale diventa così un puro strumento utile, in contrapposizione alla concezione che ne ha Bataille, il quale la situa nella dimensione dell'inutile e del negativo.
Il libro è così la cornice che inquadra ed esalta una personalità felice dimostrarsi e di sentirsi protetta dalla stessa cornice: una letteratura facile, consolatoria, una "« orthopédie » du moi" che serve a curarne le ferite.
Questo tipo di testi si presenta solitamente compatto (come la personalità che esprime), senza dare adito a incertezze per quel che riguarda il loro genere: è raro che li si possano confondere o interpretare come dei romanzi. L'identità che ha vissuto q la stessa che finisce dentro il libro: è come se non ci fosse nessuno scarto, è come se essa venisse ricalcata sulla pagina con la carta carbone. La scrittura, quindi, non rappresenterebbe uno scarto decisivo tra chi vive e chi scrive, ma anzi sarebbe la cerniera ideale che farebbe combaciare queste due entità: essa si ridurrebbe, allora, alla semplice sovrapposizione di esse e alla fotocopia.
Vale la pena riprendere qui la distinzione che Forest fa tra moi e je:

"Il francese permette un'opposizione tra le je e il moi: il je è il soggetto, il moi l'oggetto. Parlare di moi significa che la persona diventa oggetto di un discorso, oggetto di alienazione. Parlare di je insiste invece sul gesto creatore da parte del soggetto che si reinventa con l'atto della scrittura, è un gesto di disalienazione, di libertà. Per me la letteratura è un discorso del je e non del mio".

Questa distinzione mostra la differenza che caratterizza le autobiografie classiche dai testi di cui si occupa Forest (tra i quali ritengo di poter includere i quattro che ho qui analizzato).
Da un moi massiccio, compatto, che si pone come modello da ricopiare, si passa ad uno je che può palpitare solamente sulla pagina che lui stesso ha creato.
La letteratura, allora, diviene il teatro in cui l'autore esiste solo in quanto scrittore ed in cui egli prende coscienza di questo suo statuto.
Il suo io diventa un'entità che si crea e può esistere solo sulla pagina, e solo perché inessa fa risuonare e risponde "all'appello impossibile del reale".
Con la scrittura viene sperimentata quella frattura tra realtà e pagina che l'autobiografia tradizionale tende invece a ricucire: non si tratta pi di una copia della realtà, ma di un continuo ciclo di disfacimento e ricostituzione dell'io all'interno del libro.

Per questo tipo di libri, allora, si può anche parlare di un "io narrativo" che soppianta la concezione dell' "io reale" su cui poggiavano le autobiografie classiche: partendo da episodi della realtà, viene a crearsi un universo testuale che sarà l'unico nel quale questo nuovo io potrà esistere.
Nel Journal du voleur Genet narra alcuni episodi della sua vita di ladro. Il suo obiettivo, però, è quello di costituirsi come coscienza del Male e manifestarlo. Questi eventi rappresentano allora, per lui, l'elemento nel quale potrà darsi questo statuto di coscienza, che coincide, nella sua concezione poetica, con l'essere scrittore.
Questo libro diventa, quindi, la costruzione del suo universo morale ed estetico che si è creato proprio grazie all'esplorazione di quegli anni.
Rievocando quegli avvenimenti passati, Genet è in grado di misurarne la potenza morale ed estetica proprio grazie alla forza evocativa con la quale può cantarli e scriverli.
Costruendo il suo universo morale Genet si crea nel Journal un "io morale" ed un "io estetico-poetico" (un supporto alla poesia) che sono strettamente legati tra loro, poiché per lui bellezza e moralità sono la stessa cosa: "de la beautè de son expression dèpend la beautè d'un acte moral".
C'è un'idea di crisi che fa nascere la scrittura (quello che Forest chiama "appello impossibile del reale"), e nel caso di Genet essa q legata, originariamente, al suo essere stato abbandonato, neonato, dalla madre. Questo abbandono riecheggia all'interno del libro e dà vita, come spiega Sartre, ad un manque ontologico che lo spinge a cercare un proprio "essere" dapprima in quanto ladro, poi in quanto scrittore. Il Journal du voleur, allora, è il teatro di questa avvenuta trasformazione da un io reale (il ladro) a quell'io narrativo che è morale e poetico (lo scrittore).
Una trasformazione simile è testimoniata da Septentrion di Calaferte. La scrittura lo rende libero perché non più vincolato alle esigenze lavorative della fabbrica, e soprattutto perché diviene consapevole della drammatica lacerazione tra vita e pagina. Scrivere gli preclude quasi la possibilità di vivere e, quindi, quel calco dalla vita reale sulla pagina diviene, per lui, impossibile: il suo io di uomo è soppiantato dal suo io di scrittore.
La scrittura di Calaferte nasce dal desiderio e si propone di affrontare quella dimensione di resto che l'ipocrisia della società borghese tralascia o sfrutta a proprio favore: sesso, religione, povertà, morte.
Il suo io, allora, smascherando quell'ipocrisia, si costituisce sulla pagina sia come desiderio (di vita e di scrittura), che come coscienza dell'impossibile conciliazione delle due istanze. Se, per lui, l'artista vero (opposto a quello "commerciale") q uno dei pochi uomini a potersi definire liberi, la scrittura (e l'arte in generale) sarà il frutto di tale libertà, la conseguenza dell'impossibilità di vivere una vita standard, borghese.
Septentrion è anche un libro che mostra Calaferte alle prese con le difficoltà di costituirsi come scrittore, e rischiara, quindi, l'atto stesso di scrivere, la propria genesi ed i dubbi dell'autore.
Anche Enfance presenta un tale movimento autoriflessivo della scrittura, e mette a nudo la sua stessa genesi nelle pagine iniziali, quando l'autrice comincia a scrivere, reagendo ai divieti del suo doppio. Questo permette a Nathalie Sarraute di fronteggiare con coscienza tutti i rischi ed i clichés dell'autobiografia classica. Per Nathalie Sarraute, scrittrice fortemente innovativa, questi stereotipi avrebbero voluto dire un ritorno a quella "elemento", quello della sottocoscienza.
Attingendo dal proprio vissuto gli elementi per una ulteriore indagine di quella dimensione psichica si q sì assunta come "personaggio", al pari delle autobiografie tradizionali, ma lo statuto di personaggio non è da intendersi classicamente, bensì come un supporto per i tropismi. In questo modo, allora, il suo io, sulla pagina, rappresenta un elemento da indagare affinché questi tropismi vengano rimessi in moto ed analizzati dalla scrittrice. Viene così a cadere ogni idea di identità, in quanto l'autobiografia di Enfance ricostituisce questo universo psichico interiore che è, per Sarraute, comune a tutti.
La sua scrittura, allora, q un attentato alla dimensione della "realtà" affinché esca, come dalla poltrona esce "quelque chose de mou, de grisâtre", quella dimensione di "rèel" che sono i tropismi: non la descrizione della superficie, quindi, ma la messa in moto di ciò che giace sotto ad essa.
Similmente a Genet e a Calaferte, anche Modiano prova una dicotomia costitutiva tra chi vive e chi scrive. Un pedigree, infatti, si presenta quasi come la biografia di un'altra persona rispetto al narratore, benché questi parli dicendo "je": questo libro, allora, q un documento che attesta la sua vita precedente a quella di scrittore. È come se la sua vita fosse divisa in un "prima" e in un "dopo": il "prima" è quello che viene narrato in Un pedigree, mentre il "dopo" va a coincidere con la sua bibliografia, poichp ebbe inizio la sua esistenza di scrittore. Per tornare alla distinzione che Forest fa tra "moi" e "je", si può dire che il "je" che viene a costituirsi sulla pagina si libera di quel "moi" che sente estraneo poiché precedente la sua dimensione letteraria. Si tratta, allora, al contempo di un'esorcizzazione di quella vita fino ai venti anni circa e di un recupero, sulla pagina, di essa.
Questo romanzo (così come buona parte dei libri di Modiano) si articola attorno all'idea di un doppio manque. Da un lato, infatti, lo scrittore tenta di rivivere, grazie alla letteratura, quei rapporti difficili con i propri genitori, i quali avevano spesso tentato di liberarsi di lui: non è un caso se le figure dei genitori, i quali avevano spesso tentato di liberarsi di lui: non è un caso se le figure del padre e della madre sono tanto fortemente presenti in tutta la sua opera.
Dall'altro lato, però, vi è la scomparsa del fratello, una perdita irrimediabile e non recuperabile con la scrittura, che dà ai suoi romanzi quella sensazione di irrisolto ed incompiuto che rappresenta una delle sue caratteristiche. A dispetto della minuzia di particolari con cui l'autore espone la propria vita, la morte di Rudy è quasi passata sotto silenzio: "le seul événement qui m'a vraiment concerné pendant toutes ces années, c'est la mort de mon frère. Le reste ne méritait pas le secret et ce que Henri Michaux appelle "la discrétion de l'intime".
Questi romanzi, dunque, si caratterizzano per una diversa concezione dello statuto dell'io : dalla trasposizione della realtà, che costituiva l'autobiografia classica, si passa alla coscienza della dimensione narrativa di questo "nuovo" io. La sua costruzione sulla pagina, allora, dispiega diverse forme e realizzazioni che danno vita a quei soli romanzi che Forest definisce "veri".

Questo brano è tratto dalla tesi:

La costruzione narrativa dell’io: Genet, Calaferte, Sarraute, Modiano

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Orlando Bonserio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e letterature moderne euroamericane
  Relatore: Gabriella Bosco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 179

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi