Greed. Banche&banchieri ai tempi della crisi

Nassim Taleb ha usato l‘espressione "cigno nero", vale a dire un qualcosa che nessuno si aspetterebbe mai di vedere: fino alla scoperta dell‘Australia, infatti, era assodato che i cigni fossero esclusivamente bianchi, e fu solo quando il continente venne invaso da ornitologi provenienti da tutto il mondo che quel principio riconosciuto da tutti fu confutato (e anche per questa ragione il continente australiano era chiamato "sottosopra").
In campo finanziario, l'equivalente del cigno bianco è rappresentato dalla convinzione che il mercato interbancario mondiale sia praticamente perfetto, con un'offerta illimitata e soprattutto con tassi d'interesse poco più alti di quelli del debito pubblico americano.
Ma il 9 agosto 2007 accadde l'imponderabile e i tassi schizzarono verso l'alto contro ogni previsione. Come abbiamo visto fin dalle prime righe di questo capitolo, prima la Bce, subito dopo la Fed, cercarono di correre ai ripari, ma sebbene i loro interventi furono massicci e tempestivi, essi sortirono scarsi risultati, e la causa di ciò era che stava cominciando a venir meno uno degli elementi cardine del mercato: la fiducia dei risparmiatori.
Non a caso, solo un mese dopo il primo intervento della Banca Centrale Europea, il 14 settembre, vi fu l'assalto agli sportelli della banca inglese Northern Rock, rea di aver appena chiesto, e quindi ricevuto, un credito straordinario dalla Bank of England: non erano più, dunque, solo le banche a non fidarsi una dell‘altra; ora anche i risparmiatori cominciavano seriamente a temere che gli istituti bancari potessero andare in default, e quindi si affrettavano a ritirare i propri risparmi.