Rilevanza civile del matrimonio ebraico

Anche qui il motivo del divieto è di ordine spirituale, così da non cadere nell’idolatria di falsi dei. Tale problema nasce nell’ebraismo con lo stesso padre del popolo ebraico, quando Abramo deve far sposare il figlio Isacco e poi ancora nel Deuteronomio.
Nel periodo del primo esilio babilonese gli Ebrei dovevano lasciare le consorti non ebree. Per il diritto ebraico è ammesso solo il matrimonio tra:
A. Ebrei di nascita (per genitori o solo madre)
B. Ebrei e proseliti (convertiti).
Solo in questi casi i figli seguono la condizione giuridica del padre.
Il matrimonio misto è nullo (e non semplice unione di fatto) e i figli seguono la condizione giuridica della madre che non avrà diritti patrimoniali. Si impone una questione qualora un non ebreo volesse convertirsi per sposare un’Ebrea. E’ fondamentale che l’unico motivo per la conversione e quindi per la validità del matrimonio, sia il rispetto dei precetti del Signore. Sul tema della conversione sono state enunciate sette argomentazioni:
1. E’ meglio commettere un’infrazione meno grave (conversione) che una più grave (coabitare)
2. Evitare che ci sia pericolo di apostasia per l’Ebreo
3. Considerare le reazioni negative come la pazzia della donna a cui viene rifiutata la conversione.
4. Dato che oggi esiste la possibilità di vivere “more uxorio”, non si può più pensare che lo scopo della conversione sia solo per sposarsi.
5. La donna deve accettare senza condizioni tutti i comandamenti.
6. Guardare l’interesse della famiglia.
7. Guardare le conseguenze anche a livello di ordine pubblico.
Il Rabbino Unterman sostiene che chi lascia la sua patria e crea una vita nuova in Israele abbia diritto alla conversione (es. madri russe non ebree immigrate).
Altro problema da analizzare è “l’aspetto economico” connesso ad un matrimonio misto. Esiste solo un’unione di fatto e non di diritto per cui non c’è l’obbligo al mantenimento reciproco né per il padre l’obbligo di mantenere i figli. Il Gran Rabbino Uzhiel dice che su tale questione ci può essere un accordo tacito. Secondo il diritto di Israele non è possibile il matrimonio religioso misto ma non vi è una sanzione a livello penale. Il matrimonio misto, proibito ed illegale, non ha infatti generalmente delle conseguenze giuridiche; la situazione rimane quella precedente al matrimonio, senza che sorgano i diritti e doveri vigenti fra i coniugi.
La religione ebraica è ostile verso i matrimoni con stranieri fin dall’epoca premosaica in quanto Israele è sempre stata circondata da popoli politeisti e quindi considerati idolatri.
Coloro che cercarono di convertire gli ebrei ad idoli stranieri, come ammoniti moabiti e le sette norme di canaen furono esclusi senza condizioni dalla possibilità di unirsi in matrimonio con essi. Il Talmud invece permette ai nipoti degli idomenei e degli egizi, i cui nonni si fossero convertiti all’ebraismo, di contrarre matrimonio in quanto hanno sferrato solo attacchi materiali meno gravi di quelli spirituali.