La rivista Quindici, storia e progetto letterario
“Quindici” contro tutti: le polemiche intorno alla rivista
Il Gruppo ‘63, sin dalla sua nascita, non mancò mai di suscitare critiche e accuse provenienti dai più disparati ambiti della vita culturale e politica del paese. Non da meno fu, di conseguenza, lo strumento di azione diretta sul mondo esterno del quale esso si dotò, ossia la rivista “Quindici”.
Quella che venne in seguito ribattezzata “lenzuolone delle polemiche” si attirò immediatamente gli sguardi sospettosi di uomini e riviste di cultura, che le dedicarono articoli dai toni spesso accesi. Ad essere criticate furono sia le posizioni prese in ambito letterario che quelle in campo politico, ricevendo attacchi tanto dai moderati che dagli estremisti e riuscendo così a scontentare praticamente tutti. Perfino la veste grafica colse giudizi negativi sin dal primo numero.
[...]
Un'interessante polemica fu quella che vide coinvolto Manganelli, il quale in una sua recensione aveva invitato gli scrittori a scrivere “libri illeggibili”. Moravia, evidentemente colpito da tale esortazione, rispose dalle pagine di “Nuovi Argomenti” con un lungo articolo intitolato “Illeggibilità e potere” nel quale (facendo riferimento a Manganelli come al “critico”, senza nominarlo mai) si chiede se l'illeggibilità alla quale ê stato invitato non sia in realtà nient'altro che uno strumento di potere.
Se, cioè, un libro illeggibile è da considerarsi tale solo a tempo determinato ( poiché in caso contrario si tratterebbe di testi esoterici) , allora chi scrive tali libri sottopone il suo lettore ad una sorta di ricatto morale, ossia quello che se egli non è in grado di apprezzarli adesso, un domani sarà considerato un ottuso. Quello che spingerebbe un simile scrittore sarebbe dunque uno spirito di sopraffazione che è implicito nel rifiuto di comunicare.
Nello specifico, l'illeggibilità dei neoavanguardisti sarebbe da considerarsi anche segno di immaturità, in quanto è una soluzione facile, applicabile da chiunque, una semplice questione di tecnica, che indicherebbe come in realtà “lo scrittore ha mirato decisamente non tanto ad esprimersi, quanto ad occupare un posto al sole, cioê ad accaparrarsi una fetta, seppure minima, di potere” (A. Moravia, 'Illeggibilità e potere').
Questo brano è tratto dalla tesi:
La rivista Quindici, storia e progetto letterario
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Primerano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Gianfranco Crupi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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