Dal Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa al Trattato di Lisbona: una necessaria involuzione?

La Conferenza Intergovernativa si apriva il 23 luglio 2007 e la presidenza tedesca presentava il progetto di trattato che andava a modificare il Tue e il Tce e che era redatto in modo da poter essere approvato inalterato al vertice del Consiglio europeo, previsto a Lisbona il 18-19 ottobre.
Le richieste da parte di alcuni stati membri, nonché dal Parlamento europeo e dalla Banca centrale europea, hanno poi condotto ad alcuni nuovi cambi rispetto al progetto presentato dalla presidenza tedesca, quali l’aggiunta dell’art. 8C Tue sulla definizione di cittadinanza o la precisazione secondo la quale la Banca centrale non è sottomessa all’obbligo di presentare alpubblico un progetto di spese per l’anno successivo. Vi è stato anche un successivo lavoro di pulizia del testo dei trattati rispetto alla bozza del 23 luglio. Il gruppo di “esperti giuridici” ha raggiunto un accordo sul testo il 2 ottobre. Una nuova bozza di progetto di Trattato modificativo fu resa pubblica su internet il 5 ottobre e in vista del Consiglio europeo si è tenuto, il 10 ottobre, un ampio dibattito in Aula in cui gran parte dei deputati ha difeso i miglioramenti previsti.
Alcuni di essi, auspicando maggiori progressi, non hanno però nascosto una certa delusione, in particolare sulla "leggibilità" del nuovo testo e sulle deroghe previste. Tra i rappresentanti del Parlamento europeo alla Cig, Elmar Brok (PPE/DE, DE), si dichiarava ottimista circa il futuro vertice di Lisbona, sottolineando i vantaggi che sarebbero derivati per l’Unione europea, in termini di efficienza e democraticità, con l’approvazione del trattato di modifica. Andrew Duff (ALDE/ADLE, UK) esprimeva, invece, la sua preoccupazione per l'emergere di un'Europa à la carte dovuta, soprattutto, alla richiesta inglese di esclusione della Gran Bretagna dalle decisioni nel campo della giustizia e degli affari interni e dei diritti fondamentali. Anche i gruppi parlamentari sono intervenuti nel dibattito in Aula. Joseph Daul (PPE/DE, FR) ricordava il forte sostegno del suo gruppo al progetto di trattato, che avrebbe permesso all’Unione a di funzionare in modo efficiente. Martin Schulz (PSE, DE) si dichiarava ottimista per il vertice di Lisbona, sottolineando anche, in conformità con Graham Watson (ALDE/ADLE, UK), la necessità di evitare un fallimento della fase degli eventuali processi di ratifica, poiché una proroga al mantenimento delle regole esistenti non avrebbe permesso alle istituzioni europee di funzionare. Konrad Szymanski (UEN, PL), affermava, invece, che per assicurare il successo del summit di Lisbona, sarebbe stato necessario non criticare, nella delicata fase di negoziazione, le posizioni della Polonia e della Gran Bretagna.