Riforma della previdenza, tasso di sostituzione e ruolo dei fondi pensione.

La struttura istituzionale francese è composta da più di cento regimi differenti per tutelare diversi gruppi professionali contro il rischio d’anzianità, ma sicuramente la distinzione fondamentale è quella tra Régime Général, che copre i dipendenti del settore privato, e Regimes Spéciaux, che coprono quelli del settore pubblico22.
Come in Italia, anche per la Francia sono avvenute molte riforme negli ultimi 20 anni, tra cui le più importanti sono la riforma Balladur, che ha interessato il Régime Général nel 1993 e la riforma Raffarin a distanza di dieci anni, legata sia ai lavoratori del settore pubblico che quello privato.
Le prestazioni del primo pilastro, pubblico e obbligatorio, si basano su fondi diversi: una parte è costituita dalle pensioni legate ai redditi, finanziate attraverso contributi versati dai dipendenti e dai datori di lavoro, l’altra da prestazioni integrative per i lavoratori con una pensione legata ad un reddito basso, controllate e gestite direttamente dallo stato.
La riforma Balladur del 1993 ha modificato alcuni meccanismi fondamentali che riguardano il regime generale, portando il calcolo delle pensioni sulla base di 25 anni di contributi, mentre una pensione completa sulla base di 40 anni. Nel 2003 sono state introdotte nuove regole per i settori pubblico e privato: dal 2008 la pensione si basa su 41 anni di contributi e sono stati aumentati i contributi sociali e il trasferimento di risorse finanziarie dai regimi contro la disoccupazione a quelli per l’anzianità, con il fine di contribuire al finanziamento della sostenibilità futura delle pensioni23.
Queste riforme hanno avuto come diretta conseguenza sul sistema previdenziale francese ciò che similmente, anche se ovviamente con forme e tempi diversi, è avvenuto nel nostro paese: innalzamento dell’età pensionistica e riduzione del tasso di sostituzione via via sempre più crescente al passare del tempo.