Le risorse paesaggistiche della Fattoria di Montepaldi - analisi storica e proposte di gestione

La situazione paesaggistica dell’azienda di Montepaldi relativa al 1832 è stata ricavata dal Catasto Leopoldino, il primo catasto geometrico particellare realizzato in Toscana.
I risultati della ricerca sono ben evidenti nelle figure 5 e 6. Storicamente il 1832 è l’epoca del governo di Tommaso Corsini (1767-1856) che, come i suoi predecessori, continua l’ampliamento della fattoria approfittando, tra l’altro, del calo dei prezzi dei terreni.
Tra le sedici qualità di coltura individuate, prevale il coltivato (273,78 ha), distribuito su buona parte della superficie in maniera uniforme. Seguono, in ordine di estensione, il bosco ceduo (45,83 ha, di cui il catasto non fornisce la composizione specifica, così come per il bosco) presente in tre grossi nuclei caratterizzati da nomi suggestivi: a nord il “Bosco di Tagliafune”, nella parte centro-occidentale il “Bosco della Signora” e il “Bosco del Lago”, tra il podere Buonriposo ed il Castellaccio.
Le origini di questi nomi sono incerte; del primo non si sa nulla, il secondo sembrerebbe riferirsi all’abitudine della moglie di uno dei Marchesi di recarsi là per le sue passeggiate, mentre il terzo deriva, forse, dalla presenza di una risorgiva (Bini, 1993).
Al bosco segue la pastura (16,29 ha), così come veniva chiamato allora il pascolo, individuabile lungo il fiume e lungo il confine est nell’area del podere Castellaccio, l’alberata con macchia (6,21 ha) lungo il fiume in due appezzamenti alternati al pascolo, ed il lavorativo nudo (4,98 ha) presente a macchie un po’ su tutta la superficie; per ultimi troviamo i vari fabbricati, il pascolo alberato (3,23 ha), le alberate (9,99 ha) lungo il fiume ed i piccoli appezzamenti di vigneto (0.11 ha), bosco pascolato (0.06 ha) e bosco d’alto fusto (0,81 ha), di prato (0.76 ha) e di sodo (0.02 ha).