Il costo dell'eccellenza: l'Italian Sounding
Eataly: un modello da esportare
Uno dei possibili limiti allo sviluppo del marchio collettivo è dato dalla difficoltà di stringere relazioni stabili con la distribuzione da parte dell’industria.
Il problema, oltre a poter essere risolto attraverso la valutazione dei concreti risultati positivi può essere superato anche con l’internazionalizzazione di una catena distributiva di stampo italiano, o meglio, interamente italiana e che ha come principale obiettivo la commercializzazione dei prodotti tipici.
Nella storia della distribuzione italiana, le aziende del nostro paese impegnate in questo settore sono state un buona parte assorbite o distrutte dalla competizione con i colossi internazionali. Le poche realtà rimaste, non riescono, o in alcuni casi non vogliono per scelta, mettersi in gioco oltre i confini nazionali, e continuano a riscuotere un notevole successo in Italia senza considerare la possibilità di esportare il loro modello organizzativo.
Il contesto odierno offre la possibilità a soggetti determinati e capaci non solo di creare progetti ambiziosi ma anche di provare a sfondare nei mercati internazionali: questo è il caso di Eataly, un nuovo format distributivo, che rappresenta un vera e propria innovazione, in grado di creare un vero e proprio mercato all’interno del quale sono scambiati prodotti tipici di un pregio e una qualità senza eguali, cercando di far emergere queste piccole realtà e portarle alla ribalta attraverso un luogo che rappresenta una vera propria esperienza d’acquisto. L’obiettivo dichiarato di Eataly è quello di avvicinare piccole aziende artigianali, che offrono prodotti di altissimo livello, spesso definite di “nicchia”, ad un maggior numero di persone, superando il fattore prezzo e concentrandosi sulla ricercatezza e la qualità dei prodotti.
Eataly riunisce il meglio delle produzioni artigianali della famigerata “nicchia”, ma le propone a prezzi, in linea di massima, avvicinabili da chiunque, riducendo all’osso la catena distributiva dei prodotti: in pratica sono le stesse aziende che offrono i loro pezzi pregiati direttamente dal produttore al distributore finale, saltando i vari anelli intermedi della catena. Per la varietà e ricchezza dell’offerta, per la sostenibilità dei prezzi, Eataly costituisce insomma un elemento assolutamente innovativo nell’ormai variegato mondo della distribuzione di prodotti alimentari di qualità. L’ambiziosa e originale proposta ha convinto Slow Food a entrare, con il ruolo di consulente strategico, nel progetto Eataly.
Il compito del movimento della chiocciolina è proprio quello di controllare e verificare che la qualità dei prodotti proposti sia sempre all’altezza della promessa e che le aziende entrate a far parte del novero dei produttori di Eataly non compromettano la qualità della loro produzione per soddisfare una do-manda crescente dei loro prodotti. La partecipazione di Slow Food Italia al progetto non ha però natura speculativa (come d’altro canto non potrebbe essere per un’associazione no profit): Slow Food Italia non ha quote azionarie di Eataly, non riceve provvigioni sulle vendite, non gestisce spazi commerciali o di ristorazione, non concede l’utilizzo del proprio marchio (che comparirà solo nelle attività gestite direttamente dall’associazione, come ad esempio le iniziative didattiche, e negli spazi dedicati ai Presidi).
In due anni di ricerca Eataly ha riunito 17 piccoli produttori di cibi e bevande di alta qualità. L’acqua, il vino, l’olio, l’aceto, la farina, la pasta, i pelati, il riso, i salumi, i formaggi, il pesce conservato e la carne. Il primo passo, per questa ricerca, è stato quello di individuare produttori di eccellenza che avessero alcune caratteristiche comuni, non facili da trovare insieme: piccoli produttori che, curando personalmente la qualità con profondo rispetto per la tradizione familiare, abbiano voglia di crescere aggregandosi e gestendo con sapienza il limite.
Qualità, tradizione e rispetto della tradizioni sono i principi ai quali Eataly risponde. Gli stessi principi che Eataly ha deciso di esportare in nuovo punto di vendita aperto a Tokio. Anche in questo caso, il layout del punto di vendita rimane costante, un ambiente caldo, avvolgente e per certi versi molto familiare. L’esperienza giapponese ha portato immediatamente ad ottimi risultati dimostrati dalle favorevoli recensioni redatte da alcune riviste quotidiani importanti nel Paese.
L’espansione di Eataly non è comunque destinata a fermarsi. Vi sono infatti importanti prospettive che puntano ad aprire un punto vendita per ogni capitale europea e successivamente anche negli Stati Uniti. Dopo le nuove aperture di Milano e Tokyo, seguite alla prima di Torino, nel prossimo futuro si potrà assistere ad una notevole crescita dei punti di vendita.
Considerando il lavoro svolto da Eataly, il suo ruolo nell’educazione alimentare e la promozione dei prodotti tipici risulta particolarmente mirato e rilevante. La prospettiva di vedere nuovi punti di vendita altre confine, in cui buona parte dell’assortimento sarà composto da prodotti italiani, darà una nuova ventata d’aria fresca alle speranze di protezione auspicate dai piccoli produttori. Il ruolo educativo derivante dall’espansione porterà anche notevoli risultati per la lotta all’Italian Sounding legata ad un aumento costante della cultura gastronomica dei consumatori e una maggiore valorizzazione dei prodotti tipici che in questi ambienti vengono letteralmente spettacolarizzati. La diffusione dell’Italian way of eating, non è legata semplicemente alla commercializzazione dei prodotti, ma anche ad una serie di progetti realizzati internamente in grado di aumentare la conoscenza delle tipicità italiane. Come nel punto vendita di Torino, quanto in quello di Tokyo, sono attivi corsi che spaziano dalla conoscenza del vino, all’educazione alimentare dei bambini, a veri e propri corsi di cucina basati sulla coperta di straordinarie tipicità italiane.
Eataly, quindi, rappresenta una risposta importante alla necessità di internazionalizzazione della distribuzione italiana. A parere di chi scrive, questo format distributivo, oltre a ricevere numerosi consensi in tutti i Paesi in cui saranno aperti nuovi punti di vendita, riuscirà seriamente a diffondere la conoscenza dei prodotti italiani, migliorando e aiutando la lotta all’Italian Sounding attraverso un costante confronto tra prodotti originali e prodotti imitativi. Sfruttando la possibilità di recarsi in diversi format distributivi, tradizionali e Eataly, il consumatore potrà pienamente valutare la differenza tre le due tipologie di prodotti, testando il vero gusto delle tipicità e svelando definitivamente l’inganno a cui, fino a quel momento, è stato sottoposto. Eataly, non si distingue solamente per essere un nuovo ed eccellente format distributivo, ma anche per essere, a parere di chi scrive un vero e proprio strumento di fondamentale importanza nella lotta al mercato del falso alimentare.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il costo dell'eccellenza: l'Italian Sounding
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Gennari |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Trade marketing e strategie commerciali |
Relatore: | Sebastiano Grandi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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