Scomposizione di portafogli finanziari e replica attraverso Exchange Traded Funds

Sviluppato da Stephen Ross nel 1976, l’Arbitrage Pricing Theory (APT) rappresenta un alternativa al pricing definito nel CAPM sulla base di argomentazioni riguardanti gli arbitraggi.
Il modello di Ross prevede che il rendimento atteso di un’attività finanziaria sia influenzato da una molteplicità di fattori, mentre il CAPM assume che ne esista solamente uno in grado di condizionare i valori dei titoli: il rischio di mercato. Le ipotesi fondamentali del modello multifattoriale possono essere sintetizzate come segue: 1) aspettative omogenee degli investitori su rendimenti e varianze; 2) avversione al rischio degli investitori; 3) efficienza del mercato finanziario; 4) gli operatori tendono a massimizzare la ricchezza finale; 5) possibilità di vendite allo scoperto; 6) assenza di opportunità di arbitraggio.
Quest’ultima ipotesi può essere ritenuta un’accettabile rappresentazione della realtà, poiché nel mercato finanziario esistono operatori professionali i quali riescono a individuare tali opportunità e a ripristinare all’istante l’equilibrio attraverso sistemi automatici.
L’APT, come il modello Sharpe, distingue il rischio di un’attività finanziaria fra rischio diversificabile e non diversificabile, ma si differenzia da esso per il fatto che nella misurazione del rischio di mercato Ross tiene conto di una pluralità di fattori rappresentati da variazioni inattese delle variabili macroeconomiche fondamentali. Dal momento che il modello non spiega ne quali ne quanti siano i fattori, test empirici hanno dimostrato l’esistenza di cinque fattori fondamentali che impattano sui prezzi delle attività finanziarie. Essi possono essere riassunti nei seguenti punti: 1) tasso di interesse; 2) tasso di cambio; 3) differenziale di rendimento tra titoli di stato a medio-lungo e breve termine; 4) PIL; 5) inflazione.