Il teatro di Julien Green
Il doppio livello del discorso
Come in Sud, anche in L’Ennemi c'è una tendenza ad un utilizzo ambiguo del linguaggio e i dialoghi si svolgono spesso su un doppio piano. Così quando Pierre seduce Élisabeth ricorre alla menzogna e altrettanto farà Philippe quando cercherà di mettere in trappola Pierre. Di come la menzogna venga impiegata assieme alla verità per risultare più verosimile, abbiamo già detto. Ma anche Jacques, quando dirà a Pierre di andarsene per salvarsi, parlerà solo per mezze parole, senza confessargli quale sia la minaccia che veramente pesa su di lui. Abbiamo quindi anche un uso reticente della parola. Un simile uso del linguaggio consente l'ingenerarsi di una serie di equivoci.
Un equivoco significativo si ha quando, nel terzo atto, Jacques invita per l'ultima volta Pierre ad andarsene. Jacques sa che se l'altro resta sarà assassinato. In questo contesto Jacques non comprende le parole che gli vengono rivolte dal fratellastro:
J'attends en effet une visite d'une très grande importance. […] En attendant celle qui finit toujours par venir, même si elle tarde un peu au rendez-vous.
Jacques, delirante, dilaniato dal senso di colpa, pensa irragionevolmente che Pierre stia aspettando proprio la morte, che effettivamente lo coglierà di lì a poco. Ma le parole di Pierre sono chiaramente rivolte al pensiero di Élisabeth. La donna se ne è andata dicendo che non sarebbe mai più tornata, ma egli ha fiducia che verrà invece di lì a poco a bussare alla sua stanza (e in effetti così sarà). L'equivoco è significativo: vengono confusi l'amore e la morte. In effetti questi due temi si intrecciano e attraversano come un filo rosso tutta l'opera di Green.
Il linguaggio oltre che menzognero o ambiguo può essere reticente. Alla fine della pièce, quando Philippe cerca di ristabilire l'ordine, vuole ottenere l'aiuto di Jacques, che dovrebbe ridivenire l'amante della moglie. Egli tuttavia non glielo chiede esplicitamente, ricorre piuttosto a delle allusioni:
Ne craignez rien; ce n'est pas un piège que je vous tends et vous m'avez compris à merveille, mais ce sont là des choses qu'entre honnêtes gens on ne se dit pas autrement qu'à demi-mot.
Ci sono cose che non si possono dire che a mezze parole, che si sommano a quelle menzognere, mischiate magari alla verità e a quelle ambigue. Il linguaggio non è realmente comunicante. Abbiamo visto come Jacques e Pierre non riescono a comprendersi: in più di un'occasione il primo parla di un mondo materiale, mentre l'altro si riferisce ad un mondo “superiore”. Si crea una polarità fra due diverse visioni del mondo. Una cosa simile avviene in diverse scene, ma è soprattutto negli incontri tra Élisabeth e Pierre che la presenza di un doppio livello viene esplicitamente tematizzata. Già nel loro primo incontro si legge:
ÉLISABETH : […] il y a dans vos paroles quelque chose qui fait qu'on vous écoute, et il se trouve qu'on est presque de votre avis sans bien pouvoir s'expliquer comment !
PIERRE : N'est-ce pas que vous êtes sensible à la vérité qui se cache derrière des mots en apparence obscurs ?
JACQUES : Et voilà ! Il y a une partie de vous qui comprend et une autre qui ne comprend pas.
[…]
ÉLISABETH : […] Vous parlez comme jamais on ne parle à Silleranges […] Nous nous mourons de mélancolie au fond de nos campagnes. De grâce, dites-nous quelque chose qui nous surprenne.
C'è quindi un livello superficiale delle parole e un livello profondo; la verità si nasconde dietro alle parole. Entrare in contatto con questa realtà “altra” appare ad Élisabeth un'occasione per uscire dalla noia, dalla “melanconia”.
Abbiamo già visto nel paragrafo precedente come Pierre sia profondamente ancorato ad un piano profondo e spirituale, al contrario di Jacques molto più terreno. Questo parlare ad un doppio livello è presente in tutta la pièce e non consente ai personaggi di giungere ad una comunicazione soddisfacente. Una parte di ciò che essi vogliono dire rimane sempre oscura. I personaggi si possono dividere nettamente in due: quelli interessati al lato “esteriore” del mondo, ovvero Jacques e Philippe e quelli invece interessati al lato “interiore” (o spirituale), ossia Élisabeth e Pierre.
È possibile tracciare questo confine fin dall'inizio dell'opera; nel primo dialogo Jacques, rivolto ad Élisabeth, afferma:
Votre mari […] n'a pas plus de religion que ce canapé […] Il y avait autour de Pierre je ne sais quoi de surnaturel […] Sa conversation était dans le ciel. La mienne était sur la terre.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il teatro di Julien Green
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico Guerini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Eleonora Sparvoli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 330 |
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