L'omosessualità in Spagna, da Franco a Zapatero

Il primo movimento di rivendicazione dei diritti per gli omosessuali e lesbiche fu favorito dalla transizione democratica. I cittadini iniziarono a rivendicare la partecipazione nella vita politica, la libertà e i diritti civili, goduti dal resto dei cittadini europei, ma negati agli spagnoli. Questo clima conduce ad una prima fase del movimento gay spagnolo caratterizzata da una grande ideologizzazione e da uno spirito molto rivoluzionario.
La Ley de Peligrosidad Social del 1970 aveva alimentato la nascita del clandestino Movimiento Español de Liberación Homosexual (MELH). La morte di Franco nel 1975 favorisce la mobilitazione delle minoranze sessuali e l’uscita dalla clandestinità del MELGH, che da allora passa a chiamarsi, in linea con il discorso della rivoluzione sociale marxista, Front d’Alliberament Gai de Catalunya (FAGC) che appunto si costituì in Catalogna nel 1975. Il Manifiesto del FAGC sarà il testo principale durante quegli anni e contiene due principi importanti: richiama gli omosessuali a non adattarsi né tanto meno a rispettare la società repressiva, quanto piuttosto ad elevarsi lottando per cambiare la realtà.
Questo movimento ha esercitato una grande influenza nell’attivismo gay, lesbico e transessuale dello Stato spagnolo.
Il movimento omosessuale degli anni settanta dà vita a due termini nuovi “gay” (allegro, divertente) e “orgullo”, che puntano ad una vocazione rivoluzionaria.
L’obiettivo principale del FAGC era derogare la Ley de Peligrosidad Social e porre fine alle violenze da parte della polizia. Il manifesto critica gli apparati statali che sostengono l’ideologia dominante giudeo-cristiana: la scuola, le leggi, la cultura, i partiti politici, i mezzi di comunicazione, la Chiesa cattolica, etc. Le sue rivendicazioni sono sostenute dagli altri gruppi che sorgono nel 1977 e che formano la Coordinadora de Frentes de Liberación Homosexual del Estado Español (COFLHEE). Nel 1978, la COFLHEE si propone, in primo luogo, di annullare la LPRS; e rivendica il diritto al matrimonio omosessuale, l’educazione sessuale nelle scuole, il divorzio e il riconoscimento della sessualità infantile, e tra gli altri anche il diritto all’aborto, quindi si sviluppa una strategia di confluenza con i nascenti movimenti sociali e, specialmente con quello femminista.