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INDICE SOMMARIO
Prefazione e ringraziamenti……………………………………………………………….
Introduzione……………………………………………………………………………….
- CAPITOLO I -
Considerazioni introduttive e preliminari: “La crisi
finanziaria e i default delle banche”.
La spiegazione dell'attuale devastante crisi finanziaria ed economica va trovata, non
tanto nelle facili e consolatorie accuse alla cupidigia e all'avidità dell'homo
oeconomicus, quanto invece nell'affermazione teorica con la quale John M. Keynes
chiude nel 1936 il suo capolavoro. La frase è tassativa: "But, soon or late, it is always
ideas, not vested interests, which are dangerous for good or evil"
1
. Insomma, nel bene
e nel male sono sempre le idee e non gli interessi consolidati ad essere pericolosi. E
così è stato. È fallita, infatti, l'idea che il mercato sia in grado di autoregolamentarsi,
poiché secondo l'economia neoclassica in un costante equilibrio stabile l'offerta creava
sempre la domanda di beni. Il laissez-faire e la deregolamentazione dei mercati, la cui
integrità sarebbe minacciata solo da una disciplina che in quanto tale non può che
imbrigliarli e scomporre, non costituiscono più una sicura panacea.
2
1.1. Considerazioni economiche ...................................................................................... 18
1.1.1. Introduzione storico-sociale alla crisi finanziaria (dagli Stati Uniti
all‘Europa)...................................................................................................................18
1.1.2. Segue: Punti deboli dell‘economia neoliberale - il concetto ―Too Big To
Fail‖............................................................................................................................ 21
1.2. Considerazioni giuridiche........................................................................................ 23
1.2.1. L ‘insolvenza transfrontaliera nel settore bancario fino ad oggi intesa ............. 23
1.2.2. Segue: Il recente intervento delle Comunità europea ....................................... 24
1.3. Considerazioni sociali.............................................................................................. 26
1.3.1. Segue: Fondi di risoluzione per il settore bancario e ripartizione degli
oneri............................................................................................................................ 27
1
KEYNES J.M., General Theory of Employment, Interest and Money, Macmillan Cambridge University
Press, Londra, 1936, pag. 384.
11
1.3.2. Segue: Stress test ................................................................................................. 30
1.3.3. Segue: Rafforzamento dei requisiti delle banche - Basilea 3 ..................................... 32
- CAPITOLO II -
Disciplina (pre)vigente in ambito nazionale e comunitario
Alla luce degli accadimenti economico-finanziari legati alla crisi finanziaria la
disciplina (pre)vigente in ambito nazionale e comunitario non risulta più essere in
grado garantire un assetto normativo idoneo alla gestione delle crisi bancarie. Il mero
riconoscimento di procedure concorsuali tra Stati membri è sicuramente un passo
importante verso l‘armonizzazione di questi sistemi di intervento, ma con altrettanto
vigore può essere affermato che questo non è un punto di arrivo della legislazione
comunitaria, bensì un ottimo retroscena su cui sviluppare nuove ricerche legislative
d‘integrazione.
2.1. Disciplina europea: Direttiva 2001/24/CE in materia di risanamento e liquidazione
degli enti creditizi ........................................................................................................... 34
2.1.1. Principi generali: campo di applicazione e definizioni .................................... 35
2.1.2. Legge applicabile .............................................................................................. 39
2.1.3. Tutela dei creditori e pubblicità ........................................................................ 42
2.1.4. Banche con sede legale fuori della Comunità .................................................. 44
2.1.5. Liquidazione volontaria e revoca dell'autorizzazione ...................................... 45
2.2. Disciplina delle crisi dei gruppi bancari transfrontalieri nell‘ ordinamento italiano:
Decreto Legislativo 1 settembre 1993, n. 385 "Testo unico delle leggi in materia
bancaria e creditizia" (TUB) ........................................................................................... 46
2.2.1. Evoluzione della legislazione bancaria ............................................................. 46
2.2.2. Segue: Articoli 60 e seguenti - ―Gruppo bancario‖ .......................................... 47
2.2.3. Segue: Articolo 69 - ―Ambito ed esercizio della vigilanza: Collaborazione tra
autorità ed obblighi informativi‖ ................................................................................ 51
2.2.4. Segue: Articoli dal 77 al 79 - ―Amministrazione straordinaria: Succursali di
banche extracomunitarie e Banche comunitarie‖ ....................................................... 53
2.2.5. Segue: Articolo 95 - ―Liquidazione coatta amministrativa: Succursali di banche
extracomunitarie‖ ....................................................................................................... 54
2.2.6. Segue: Articoli 95 Bis e seguenti - ―Banche operanti in ambito comunitario‖ 55
2.2.7. Segue: Articoli 98 e seguenti - Procedure del ―Gruppo Bancario‖ .................. 57
2
ROSSI G., Crisi del capitalismo e nuove regole, Riv. soc. 2009, 5, pag.929, cit..
12
- CAPITOLO III -
I Consultazione Pubblica relativa a un quadro europeo per la
gestione transfrontaliera delle crisi nel settore bancario
L'Unione Europea dovrebbe prevedere un'unica procedura di risoluzione delle crisi
bancarie, in modo da rendere possibile la prevenzione e la gestione della crisi in modo
unitario e sotto la responsabilità di un'unica autorità amministrativa. Si svolgerebbe
secondo il diritto del paese in cui ha sede la società capogruppo e sotto la
responsabilità dell'autorità di vigilanza competente, ma sotto il controllo di un collegio
dei supervisori rafforzato.
3
3.1. Identificazione delle parti interessate coinvolte ...................................................... 62
3.2. Concetto di ―Group interest‖ e ―Legal entity‖ ..................................................... 63
3.3. I tre settori di rilevanza ........................................................................................ 64
3.3.1. Interventi preventivi (―Early Intervention‖) ..................................................... 68
3.3.1.1. Segue: Soglie comuni d‘intervento e ―trigger events‖ .................................. 69
3.3.1.2. Segue: Sistemi di Controllo (Early warning system) .................................... 70
3.3.1.3. Segue: Differenze tra i vari strumenti d‘intervento ...................................... 70
3.3.1.4. Segue: Omogeneizzazione dei poteri delle autorità nazionali di vigilanza e
miglioramento della comunicazione e della cooperazione tra autorità nazionali ...... 73
3.3.1.5. Segue: Trasferimenti di attivi all‘intero di un gruppo ................................... 73
3.3.2. Piano di risoluzione .......................................................................................... 74
3.3.2.1. Segue: Obiettivi di un quadro omogeneo ..................................................... 75
3.3.2.2. Segue: Differenze negli assetti nazionali ...................................................... 75
3.3.2.3. Segue: Strumenti necessari (Banca ponte, manager straordinario, bad/good
bank) e tempistiche d‘intervento ................................................................................ 76
3.3.2.4. Segue: Tutela diritti degli azionisti ............................................................... 79
3.3.2.5. Segue: Tutela diritti dei creditori .................................................................. 81
3.3.3. Insolvenza ......................................................................................................... 81
3.3.3.1. Segue: Esigenza di armonizzazione delle misure di liquidazione e del regime
d‘insolvenza a livello bancario .................................................................................. 83
3.3.3.2. Segue: Trattamento integrato di gruppi societari .......................................... 84
3.4. Posizione dei più importanti Paesi europei.............................................................. 84
3.4.1. Italia .................................................................................................................. 85
3
LUCHETTI E. e MICOSSI S., Crisi bancarie: ci vuole una procedura condivisa, 23 marzo 2010, cit.,
www.lavoce.info/articoli/pagina1001618.html.
13
3.4.2. Francia .............................................................................................................. 87
3.4.3. Germania .......................................................................................................... 88
3.4.4. Gran Bretagna ................................................................................................... 89
- CAPITOLO IV -
Breve riflessione sulla riforma finanziaria in U.S.
As we emerge from the worst financial crisis since the Great Depression, it is imperative
that we fix our broken financial regulatory system to protect consumers, rein in Wall
Street, and prevent future crises. I am fighting to make that happen, particularly
through the establishment of a consumer financial protection agency, and I am
optimistic that we can pass a strong, bipartisan regulatory modernization reform bill
this year.
4
4.1. Argomenti della Riforma finanziaria U.S. 2010 ...................................................... 91
4.1.1. Sezioni 1001-1103: Tutela del consumatore..................................................... 92
4.1.2. Sezioni 101-170: Sistema di avviso avanzato (Advanced Warning System) ... 93
4.1.3. Sezioni 701-765: Trasparenza e responsabilità per gli strumenti tossici
(derivati) ..................................................................................................................... 94
4.1.4. Sezioni 1151-1108: Supervisione della Banca Federale U.S............................ 96
4.1.5. Sezioni 971-973: Responsabilità della governance aziendale .......................... 96
4.1.6. Sezioni 911-945: Protezione degli investitori e dei creditori ........................... 96
4.1.7. Sezioni 601-620: Rafforzamento della normativa sulle banche ....................... 97
4.1.8. Sezioni 201-211: Liquidazione ordinaria di enti bancari e finanziari (Orderly
Liquidation Authority) ................................................................................................ 99
4.1.8.1. Segue: Sezione 201. Definizioni ................................................................... 99
4.1.8.2. Segue: Sezione 202. Autorità garante sulla liquidazione ordinaria............ 101
4.1.8.3. Segue: Sezione 203. Determinazione sul rischio sistematico ..................... 102
4.1.8.4. Segue: Sezione 204. Liquidazione ordinaria .............................................. 104
4.1.8.5. Segue: Sezione 205. Liquidazione ordinaria di mediatori e concessionari
garantiti .................................................................................................................... 105
4.1.8.6. Segue: Sezione 206. Termini e condizioni obbligatori per tutte le azioni di
liquidazione ordinaria .............................................................................................. 106
4.1.8.7. Segue: Sezione 207. Responsabilità dei direttori in diffida di nomina del
4
JERZYK M., Sen. Jack Reed & the State of Financial Reform, in Economy, 18 gennaio 2010, cit., rifu-
ture.org/sen-jack-reed-the-state-of-financial-reform.html.
14
ricevitore .................................................................................................................. 107
4.1.8.8. Segue: Sezione 208. Esclusione di altre tipologie di azioni ....................... 107
4.1.8.9. Segue: Sezione 209. Organicità della regolamentazione e della
legislazione.............................................................................................................. 107
4.1.8.10. Segue: Sezione 210. Poteri e obblighi delle società ricevitore ................. 108
4.2. Profilo internazionale: differenze tra l‘approccio europeo e quello americano..... 110
4.2.1. Internazionalizzazione della problematica ..................................................... 110
4.2.2. Differenze tra l‘approccio europeo e la riforma finanziaria statunitense....... 112
- CAPITOLO V -
Lavori preparatori alla proposta normativa della
Commissione europea in primavera 2011 – II Consultazione
pubblica
Harmonising national resolution instruments is, in my opinion, the first step that needs
to be taken with a view to building a crisis management framework. Ideally, all of the
national authorities should be involved in one and the same resolution procedure. In
practice, this would entail an evaluation of group assets by the national authorities
working together, possibly proposing different batches of assets to potential buyers, and
giving creditors 'haircuts'. And all this in a coordinated fashion.
5
5.1. Conferenza stampa di presentazione della COMMUNICA TION - An EU
Framework for Crisis Management in the Financial Sector del 20 ottobre 2010......... 115
5.2. Da Basilea 3 al G20 di Seoul ................................................................................. 116
5.3. II Consultazione Pubblica sugli strumenti tecnici d‘intervento............................. 118
5.3.1. Obiettivi della comunicazione ........................................................................ 118
5.3.2. Principi generali .............................................................................................. 118
5.3.3. Autorità responsabili ....................................................................................... 119
5.3.4. Misure preparatorie e preventive .................................................................... 119
5.3.5. ―Recovery Planning‖ ..................................................................................... 120
5.3.6. Supporto finanziario infra-gruppo ................................................................. 121
5.3.7. ―Triggers‖ ....................................................................................................... 124
5
BARNIER M., Member of the European Commission responsible for the Internal Market and Services -
Laying the foundations for crisis prevention and management in Europe (SPEECH/10/112), Conference
on Building a Crisis Management Framework for the Internal Market, Bruxelles, 19 Marzo 2010, pag. 5,
cit..
15
5.3.8. ―Early intervention ......................................................................................... 125
5.3.9. Piani di Risoluzione ........................................................................................ 125
5.3.9.1. Condizioni per la Risoluzione ..................................................................... 127
5.3.9.2. Poteri e strumenti di Risoluzione ................................................................ 128
5.3.9.3. Trasferimenti parziali: clausole di salvaguardia e risarcimento ................. 131
5.3.9.4. Piani di Risoluzione per Gruppi .................................................................. 134
5.3.10. ―Debt write down‖ ........................................................................................ 136
5.3.11. Coordinamento della gestione delle crisi transfrontaliere ............................ 137
5.3.11.1. Soluzione coordinate per i gruppi bancari europei ................................... 138
5.3.11.2. Influenze nel diritto vigente ...................................................................... 139
5.3.11.3. Coordinamento con i Paesi extracomunitari............................................. 139
5.3.11.4. Il ruolo delle European Supervisory Authorities nella gestione delle
crisi........................................................................................................................... 139
5.3.12. Risoluzione finanziaria ................................................................................. 140
5.3.12.1. L ‘utilizzo dei fondi di risoluzione. ............................................................ 141
5.3.12.2. Fondi di risoluzione e Deposit Guarantee schemes .................................. 141
5.3.12.3. Struttura dei fondi di risoluzione .............................................................. 141
5.3.12.4. Dimensione dei fondi ................................................................................ 142
5.4. Linee guida conclusive .......................................................................................... 142
- CAPITOLO VI -
Delineamento nuova disciplina con ordinamento italiano
O perché hanno ricevuto aiuti pubblici, necessari nel momento più acuto della crisi a
evitare fallimenti dalle conseguenze devastanti, o perché gli Stati hanno loro offerto
garanzie più o meno esplicite, diffusa è la convinzione che le banche più grandi non
possano fallire. Ne derivano serie distorsioni alla concorrenza ma soprattutto il fatto
inaccettabile che i guadagni spettano ai privati, le perdite alla collettività.
Le SIFI devono poter fallire, se necessario: in modo ordinato, mantenendo in vita le
funzioni essenziali della banca e del sistema dei pagamenti, senza che i costi del loro
dissesto siano sostenuti dai contribuenti, ma dagli azionisti e da alcune categorie di
creditori. A iniziare da quelle di dimensione e natura globali, esse dovranno inoltre
avere una maggiore capacità di assorbire le perdite. Il capitale di qualità primaria
16
(common equity) rimane essenziale per raggiungere questo obiettivo.
6
6.1. Posizione dell‘ordinamento italiano nell‘implementazione delle nuove misure
europee d‘intervento ..................................................................................................... 143
6.2. Regime speciale di gestione delle crisi bancarie disciplinato dal Testo Unico
Bancario ........................................................................................................................ 148
6.3. Limiti e prospettive del Diritto delle crisi d‘impresa in Italia ............................... 148
6.4. Regolamentazione dell‘insolvenza bancaria transfrontaliera ................................ 149
6.4.1. Tentativi di cambiamento ............................................................................... 149
6.4.2. Coordinamento ex post e transazioni infragruppo .......................................... 150
6.5. ―Group Insolvency Law‖ e ―Center of Main Interests‖........................................ 150
6.5.1. Lettura del Regolamento n. 1346/2000 in un‘ottica di Diritto internazionale
privato. ...................................................................................................................... 151
6.5.2. Il c.d. ―jurisdictional approach‖. ..................................................................... 151
6.5.3. ―Centre of main interests‖ (COMI). ............................................................... 152
6.5.4. Segue: Casi giurisprudenziali e definizione della Corte di Giustizia
europea...................................................................................................................... 152
6.5.5. COMI e Lex concursus................................................................................... 153
6.6. Insolvenza dei gruppi transfrontalieri di società ................................................... . 154
6.7. Ritorno alle categorizzazioni del periodo successivo alla Grande depressione.... 154
6.8. Questioni ancora aperte ........................................................................................ . 155
6.8.1. Commento ABI: Come integrare il ―bank resolution fund‖. .......................... 155
6.8.2. Commento ABI: Valutazioni circa il ―debt write down‖. ............................... 156
6.9. Applicazione delle nuove misure europee alle Banche di Credito Cooperativo... 157
6.10. Assetto della nuova regolamentazione .............................................................. .. 158
6.11. Commento ASSINOME: L ‘esposizione dei quattro pilastri .............................. .. 159
6.12. Possibili cambiamenti nel diritto societario comunitario vigente....................... 160
- CAPITOLO VII -
Conclusioni e considerazioni personali
Passi importanti sono già stati fatti. Grazie a una cooperazione internazionale che non
ha precedenti, le misure introdotte renderanno il sistema finanziario molto più solido.
Tutti i principali paesi hanno ripensato i propri sistemi di regolamentazione e di
6
DRAGHI M., Considerazioni finali della Banca d‘Italia – anno 2010, Roma, 31 maggio 2011, pagg. 5-
7, cit..
17
supervisione lungo tre direttrici: contenere i rischi per la stabilità, accrescere la
collaborazione tra autorità, ampliare l‘ambito di applicazione delle regole. (…) La
riforma non è però ancora completa: occorre affrontare e ridurre l‘azzardo morale
delle istituzioni finanziarie sistemiche (Systemically Important Financial Institutions,
SIFI); occorre accrescere la trasparenza e contenere i rischi generati dal ―sistema
bancario ombra‖, zona grigia tra il settore regolamentato e quello non regolamentato.
7
7.1. Riepilogo normativo. .............................................................................................. 162
7.2. Valutazione della riforma della finanza del Governatore della Banca d‘Italia, Mario
Draghi ............................................................................................................................ 163
7.3. Dal ―Too Big To Fail‖ al ―Too Big To Save‖ – la fine di un certo
capitalismo?.................................................................................................................. 165
Bibliografia generale……………………………………………………………………...
Normativa di riferimento………………………………..………………………………...
Siti internet...………………………………...………………….………………………...
7
DRAGHI M., Considerazioni finali della Banca d‘Italia – anno 2010, Roma, 31 maggio 2011, pagg. 5-