<br><b>Introduzione</b><br/>
<br/><b>Capitolo I. Tracciati di semio-economia</b>
<br/>
1. Perché la semiotica dell'economia?<br/>
2. Principi di una semio-economia d'ispirazione foucaultiana: un chiarimento terminologico<br/>
3. Dacrema e la morte del denaro: nuove prospettive per la semiotica del discorso economico<br/>
3.1. La rivoluzione epistemica di un'''economia senza denaro'': difetti dello strumento monetario classico<br/>
3.2. Pars construens: i princìpi di nuova economia, e gli scenari aperti dalla morte del denaro.<br/>
3.2.1. Alcuni principi di nuova economia. La nuova teoria del valore, soggettivo e irriducibile al parametro quantitativo<br/>
3.2.2 Condivisione sociale delle prestazioni valutative<br/>
3.2.3. Diversa aspettualizzazione dei processi di scambio: ordine di piccolo cabotaggio e disordine creativo<br/>
3.2.4. Il gesto lavorativo e la dimensione estetica: l'orizzonte di una fusione tra economia e non-economia<br/>
<br/><b>Capitolo II. Economie senza denaro: la costruzione di un oggetto teorico. Riflessioni preliminari a una tipologia semiotica di Banche del Tempo italiane</b>
<br/>
1. Le Banche del Tempo nella percezione comune: rappresentazione sintetica di un'idea semplice.<br/>
2. Un piano di lavoro, per cominciare<br/>
3. Caratteristiche di massima dei ''sistemi di scambio locale''. <br/>
3.1. Tra dono e mercato: libertà dei trasferimenti e attesa del ritorno.<br/>
3.2. La cultura della reciprocità.<br/>
3.2.1. I sistemi di attese e l'immaginario economico<br/>
3.2.2. Aspettualizzazione dei processi di scambio: una prima considerazione<br/>
3.3. La produzione di capitale sociale e di ricchezza relazionale.<br/>
3.3.1. Capitale sociale e armonizzazione dei tempi della vita<br/>
3.3.2. Rimessa in circolo di competenze nascoste e socializzazione di saperi femminili<br/>
3.3.3. Capitale sociale come forma di benessere non contabilizzabile<br/>
3.3.4. Una possibile forma di contabilizzazione e rappresentazione del capitale sociale: il fondo comune<br/>
3.4. La negazione dell'interesse.<br/>
3.5. Il carattere democratico, orizzontale e paritario delle relazioni intersoggettive.<br/>
3.5.1. Autogestione e istituzionalizzazione: i modelli organizzativi più frequenti<br/>
3.5.2. Simmetria e orizzontalità dei rapporti, trasparenza e circolazione dell'informazione<br/>
4. Le esperienze straniere.<br/>
4.1. I capostipiti dell'economia non monetaria: i LETS.<br/>
4.2. Le altre esperienze europee.<br/>
4.2.1. I NES in Francia<br/>
4.2.2. In Germania<br/>
4.3. Esperienze extra-europee.<br/>
4.3.1. Le Ore di Ithaca<br/>
4.3.2. Time Dollars<br/>
4.3.3. La Red de Trueque in Argentina<br/>
4.3.4. I SEC in Senegal: la ''moneta fondante''<br/>
5. Invarianti del campo dell'economia senza denaro.<br/>
5.1. ''Monnaie'' e ''argent''.<br/>
5.2. Monete come ''informative''.<br/>
5.3. Sinossi delle invarianti dell'economia senza denaro<br/>
5.4. Casi limite.<br/>
6. Le Banche del Tempo: la ''variante italiana'' dell'economia senza denaro<br/>
6.1. Banche del Tempo: le caratteristiche specifiche del ''modello italiano'' di ''economia senza denaro''.<br/>
6.1.1. Gli strumenti basici di funzionamento<br/>
6.1.2. Equiparazione del valore delle prestazioni e limitazione della gamma delle offerte<br/>
6.1.3. Scarsissima tendenza all'innovazione: l'asfittico panorama delle BdT rispetto alla teoria del valore<br/>
6.1.4. Nessuna innovazione sui meccanismi di movimentazione della ricchezza<br/>
6.1.5. Comunicazione e relazioni intersoggettive tra i membri delle BdT: il nodo della ''presenza fisica''<br/>
6.1.6. Organizzazione e gestione delle BdT: indipendenza o autonomia?<br/>
6.1.7. Atto costitutivo e Statuto: la definizione formale di una Banca del Tempo<br/>
6.2. L'Associazione Nazionale delle Banche del Tempo.<br/>
6.2.1. Breve storia di Tempomat<br/>
6.2.2. Un censimento delle Banche del Tempo, oggi<br/>
6.3. Sinossi delle caratteristiche del ''modello italiano'' di BdT.<br/>
7. Assi di semantizzazione come prospettive di tipologizzazione delle Banche del Tempo italiane.<br/>
7.1. Che cos'è, tuttavia, lo sguardo semiotico? Quali strumenti usa? Per cosa si caratterizza?<br/>
7.2. Come delimitare il ''testo'' quando coincide con un universo di pratiche, attori, e situazioni sociali?<br/>
7.3. La ''griglia'' sociologica e i criteri semiotici di indagine<br/>
7.3.1. L'identificazione della BdT come attante collettivo<br/>
7.3.2. Attante collettivo e attori individuali<br/>
7.3.3. La circolazione delle ricchezze<br/>
7.3.4. Strumenti operativi e pubblicizzazione<br/>
7.4. La ''maschera'' semiotica d'indagine.<br/>
8. Le Banche prescelte<br/>
<br/><b>Capitolo III. Analisi semiotica dell'attività de ''La Danza delle Ore'' di Firenze</b>
<br/>
1. Si parte da Firenze.<br/>
2. L'identificazione della BdT come attante collettivo: i parametri d'indagine.<br/>
3. Attante collettivo e attori individuali.<br/>
4. La circolazione delle ricchezze.<br/>
5. Strumenti operativi e pubblicizzazione.<br/>
6. Analisi semiotica del funzionamento e del ''posizionamento'' della BdT ''La Danza delle ore''.<br/>
6.1. I problemi semiotici nell'identificazione della BdT come attante: cos'è il ''volere collettivo''?<br/>
6.2. Gli oggetti di valore: una ''clotûre semantica'' del programma narrativo della BdT.<br/>
6.2.1. Gli obiettivi generali e riconoscibili<br/>
6.2.2. L'individuazione di obiettivi più specifici: la ''natura soggettiva'' de ''La Danza delle Ore'' è data dalla composizione della sua utenza<br/>
6.2.3. La circolazione del sapere, e la creazione di sapere condiviso come investimento semantico specifico dell'oggetto del ''volere collettivo'' nella Bdt ''La Danza delle Ore''<br/>
6.2.4. I PN soggettivi<br/>
6.3. Incassamento dei programmi narrativi della BdT, e strumentalità del quadro normativo.<br/>
6.4. Ancora sulle regole: il quadro normativo tra l'operato dell'attante collettivo e l'azione degli attanti individuali.<br/>
6.5. Le altre componenti della batteria di modalità della BdT come attante collettivo: il potere e il sapere.<br/>
6.5.1. Il potere come ''massa critica''<br/>
6.5.2. Il sapere come capacità gestionale e organizzativa<br/>
6.6. Il fondo ore. Elementi di contabilizzazione del valore, e rappresentazione del capitale sociale.<br/>
7. Considerazioni conclusive: il soggetto e la sua definizione.<br/>
<br/><b>Capitolo IV. Analisi semiotica dell'attività di ''Momo'' di Bologna</b>
<br/>
1. ''Momo'', una BdT ''politica''.<br/>
2. L'identificazione della BdT come attante collettivo: i parametri d'indagine.<br/>
3. Attante collettivo e attori individuali.<br/>
4. La circolazione delle ricchezze.<br/>
5. Strumenti operativi e pubblicizzazione.<br/>
6. Analisi semiotica del funzionamento e del ''posizionamento'' della BdT ''Momo''.<br/>
6.1. L'attante collettivo ''Momo'' e la filiazione dallo spazio XM24: la catena dei Destinanti.<br/>
6.1.1. Il piano dell'espressione fisica e quello del contenuto culturale dello spazio enunciato XM24<br/>
6.1.2. La risemantizzazione di XM24, tra le tracce del passato e la morfologia dei luoghi<br/>
6.1.3. I processi azionali dell'attore spazio e dei suoi frequentatori<br/>
6.1.4. Il ''mandato'' di XM24 ai suoi frequentatori, e la specificazione delle poste politiche<br/>
6.2. La delega dei meta-Destinanti: la specificazione del volere collettivo, e un programma per ''Momo''.<br/>
6.2.1. Il PN di base: la costruzione di una rete relazionale definita da forme e contenuti nuovi della comunicazione politica, prima ancora che da un nuovo modo di scambiare<br/>
6.2.2 Il confronto col PN di XM24, e l'anti-disciplina di ''Momo'' come soggettività molecolare<br/>
6.3. L'architettura dei programmi narrativi incassati.<br/>
6.4. La competenza modale di ''Momo'': dopo il volere collettivo, il potere.<br/>
6.5. Il sapere di ''Momo'': il complesso degli accorgimenti organizzativi.<br/>
6.6. I PN ''economici'' soggettivi degli attanti individuali, e la natura politica di ''Momo''.<br/>
7. Considerazioni conclusive su ''Momo'', i movimenti tattici e il livello molecolare.<br/>
<br/><b>Capitolo V. Analisi semiotica dell'esperienza della Rete Economica Locale di Reggio Emilia</b>
<br/>
1. La Rete Economica Locale di Reggio Emilia, una BdT ''economica''.<br/>
2. L'identificazione della BdT come attante collettivo.<br/>
3. Attante collettivo e attori individuali.<br/>
4. La circolazione delle ricchezze.<br/>
5. Strumenti operativi e pubblicizzazione.<br/>
6. Analisi semiotica del funzionamento e del ''posizionamento'' della R.E.L. di Reggio Emilia<br/>
6.1. L'attante collettivo Coop Mag 6: i programmi narrativi, gli obiettivi economico-sociali, e il rifiuto della logica del profitto.<br/>
6.2. L'anti-utilitarismo di Mag 6 e il discorso della decrescita come foucaultiano ''campo di dispersione''<br/>
6.3. L'architettura dei programmi narrativi e l'identità della REL: il marchio ''economico'', l'opposizione all'economia monetaria, il riferimento alla comune matrice della ''decrescita''.<br/>
6.3.1. Il pagamento misto e il PN d'uso della REL<br/>
6.3.2. La matrice della decrescita come orizzonte comune a REL e Coop Mag 6<br/>
6.3.3. L'appetibilità dell'affiliazione soggettiva alla REL: schema riassuntivo dei PN incassati<br/>
6.4. La competenza modale dell'attante collettivo REL.<br/>
6.4.1. Il volere dell'attante collettivo REL<br/>
6.4.2. Il potere dell'attante collettivo REL<br/>
6.4.3. Il sapere dell'attante collettivo REL<br/>
6.5. Lo scambio dei beni: ''aste del tempo'' e ''libera contrattazione del valore''.<br/>
6.5.1. La circolazione dei beni-oggetto nelle esperienze straniere<br/>
6.5.2. L'ancoraggio al tempo e il valore d'uso: i principi della REL nella valorizzazione dei beni-oggetto<br/>
6.5.3. La ''libera contrattazione'' e le circostanze di produzione del valore<br/>
6.5.4. Le ''aste del tempo'' come circostanze collettive e rituali di produzione del valore<br/>
6.5.5. I beni scambiati: dalle circostanze di produzione del valore a quelle di produzione degli oggetti<br/>
6.6. Un tentativo di spiegazione semiotica delle ragioni dell'insuccesso.<br/>
7. La REL e il potenziale crescente di contestazione verso le BdT italiane e l'economia monetaria.<br/>
<br/><b>Capitolo VI. Analisi semiotica dell'esperienza dell'ASSEM Sistema di Reciprocità Indiretta di Martano (Lecce)</b>
<br/>
1. L'ASSEM di Martano, un esempio di BdT ''filosofica''.<br/>
2. L'identificazione della BdT come attante collettivo<br/>
3. Attante collettivo e attori individuali.<br/>
4. La circolazione delle ricchezze<br/>
5. Strumenti operativi e pubblicizzazione<br/>
6. Analisi semiotica del funzionamento e del ''posizionamento'' del Sistema di Reciprocità Indiretta dell'ASSEM di Martano.<br/>
6.1. Il Sistema di Scambio Locale: storia di una falsa partenza.<br/>
6.2. Dal Sistema di Scambio Locale al Sistema di Reciprocità Indiretta: le basi di una palingenesi.<br/>
6.3. L'architettura dei programmi narrativi del Sistema di Reciprocità Indiretta: il marchio ''filosofico'' come frutto della posizione di assoluta strumentalità della riflessione sui criteri di valorizzazione<br/>
6.3.1. Il ''grado di libertà del gesto di donazione'': la produzione soggettiva del valore, e il dono libero come occasione per il manifestarsi di legami emozionali<br/>
6.3.2. Il dono libero e i meccanismi di circolazione degli oggetti di valore nel settore della reciprocità: la modalizzazione dei comportamenti economici come regola di formazione degli enunciati del discorso economico<br/>
6.3.3. Il ''grado di soddisfazione'' rispetto al gesto di donazione: tutela della prestazione valutativa del soggetto, e ispezione di aspetti qualitativi non computabili dal denaro, nella formazione del valore economico<br/>
6.3.4. Considerazioni conclusive sulla dimensione estesico-patemica convocata dalla base soggettiva del valore<br/>
6.3.5. Schema riassuntivo dei PN incassati: una nuova teoria del valore al servizio della misurazione della qualità della vita<br/>
6.4. La competenza modale dell'attante collettivo SRI ''Il Tempo Ritrovato''.<br/>
6.4.1. Il volere dell'attante collettivo SRI ''Il Tempo Ritrovato''<br/>
6.4.2. Il potere dell'attante collettivo SRI ''Il Tempo Ritrovato''<br/>
6.4.3. Il sapere dell'attante collettivo SRI ''Il Tempo Ritrovato''<br/>
6.5. Un tentativo di spiegazione semiotica delle ragioni del fallimento. Un insuccesso patemico?<br/>
7. Il Sistema di Reciprocità Indiretta e i nuovi criteri di formazione del valore: linee di fuga per una ridefinizione del modello italiano di BdT, e delle regole dell'economia monetaria.<br/>
<br/><b>Capitolo VII. Una tipologia semiotica di Banche del Tempo. Argomenti conclusivi per una semiotica del discorso economico</b>
<br/>
1. Le ragioni di una tipologia semiotica.<br/>
2. Il mapping tipologico, e le linee di fuga del discorso economico<br/>
2.1. ''La Danza delle Ore'' di Firenze: la nuova definizione del soggetto.<br/>
2.2. ''Momo'': i rapporti intersoggettivi e la costruzione di una nuova comunità politica.<br/>
2.3. La ''Rete Economica Locale'': nuovi meccanismi di circolazione degli oggetti di valore.<br/>
2.4. Il Sistema di Reciprocità Indiretta: prospettive soggettive di formazione del valore.<br/>
3. La tipologia semiotica come mapping: suggerimenti di lettura.<br/>
<br><b>Appendici</b><br/>
Appendice 1 - ''La Danza delle Ore'' (Firenze)<br/>
Appendice 2 - ''Momo'' (Bologna)<br/>
Appendice 3 - ''Rete Economica Locale'' (Reggio Emilia)<br/>
Appendice 4 - ''Sistema di Reciprocità Indiretta - ASSEM'' (Martano - Lecce)<br/>
<br/><b>Bibliografia</b>
<br/>