Nuovi scenari e divari nell'Europa allargata e il caso Romania

a conseguenze costose su chi è già membro (in termini di politiche sociali a fa-
vore degli immigrati).
Quando ci troviamo nella zona a sinistra rispetto al punto di intersezione, il nu-
mero dei paesi membri è abbastanza contenuto e siccome i benefici marginali 
superano i costi marginali, i membri trovano conveniente ampliare il numero dei 
partecipanti in modo tale da poter massimizzare i profitti. Tuttavia, alla destra 
del punto di intersezione, la situazione si capovolge perché il numero dei mem-
bri risulta essere elevato ed i costi che ciascun partecipante deve sostenere al-
l'aumentare di una unità della variabile di controllo, quindi all'ingresso di un nuo-
vo stato membro, superano i ricavi che questi potrebbe ottenere da una adesio-
ne addizionale, ragion per cui ciascun membro ha il desiderio di ridurre il nume-
ro dei membri, inducendo qualcuno ad abbandonare il club o nella peggiore del-
la ipotesi di uscire egli stesso dal club. A maggior ragione, è facile notare da 
una semplice osservazione del grafico che i ricavi marginali netti, ossia la di-
stanza verticale tra l'asse delle ascisse e la curva del beneficio marginale è 
maggiore quando i membri del club sono in un numero limitato, come ad esem-
pio i sei paesi fondatori della CEE, che in un numero elevato. Per tale motivo al-
cuni economisti sostengono che gli ultimi paesi entrati nell'Unione Europea, os-
sia quelli dell'area PECO potrebbero anche essere i primi che ne vorrebbero 
uscire se si verificasse un ulteriore allargamento, perché diversamente da i 
quanto accadde ai primi paesi membri, questi stati non sperimenterebbero un 
beneficio netto particolarmente elevato dalle eventuali futuri adesioni e potreb-
bero decidere di andarsene se il livello dell'Unione Europea superasse il punto 
di ottimo, cioè quando i costi marginali superano i ricavi marginali. Questa teoria 
è empiricamente evidenziata dal fatto che gli ultimi paesi entrati
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, come ad 
esempio la Slovenia, hanno manifestato alcuni ripensamenti sull'opportunità  o 
meno di fare parte dell'Unione, tanto che i sondaggi hanno registrato una cre-
scente insoddisfazione verso le politiche europee. In linea generale, la progres-
siva e costante riduzione dei benefici marginali netti derivanti dall'ingresso di 
nuovi membri è utile per chiarire le ragioni di un minore entusiasmo suscitato 
dall'idea di una grande Europa unita.
12 Nel 1990, anche l'Austria che era recentemente entrata, manifesto il desiderio di abbandonare la UE.
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