Le società di gestione del risparmio
Nel presente lavoro, seguendo la sistematica del legislatore, si è cercato di ricostruire un quadro sufficientemente completo delle attività che il nuovo intermediario introdotto dal Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria, le Società di Gestione del Risparmio, può offrire sul mercato finanziario.
Al fine di poter comprendere il fondamento delle disposizioni che disciplinano le società di gestione del risparmio si è ritenuto doveroso illustrare, nel primo capitolo, i principali provvedimenti normativi istitutivi dei vari intermediari finanziari, dei quali le società di gestione del risparmio costituiscono l’evoluzione.
Si è così scelto di iniziare questa panoramica storica esponendo le principali caratteristiche che, in virtù della legge istitutiva dei fondi comuni mobiliari aperti, dovevano essere possedute dalle società di gestione già dal 1983.
Conclusa l’analisi storica, con il secondo capitolo si è iniziato ad analizzare la normativa specifica disciplinante le società di gestione del risparmio. Partendo dall’inizio, è stata, quindi, illustrata quella fase necessaria alla quale ogni intermediario deve sottoporsi, finalizzata al conseguimento dell’autorizzazione all’esercizio dei servizi di gestione.
Si è così esaminata (cap.3) la vigilanza regolamentare, mediante la quale gli organi di vigilanza sono stati autorizzati ad emanare disposizioni non derogabili nell’ambito di precise materie fissate dalla normativa primaria; la vigilanza informativa, la quale, oltre a conferire agli organi di vigilanza il potere di acquisire tutte le informazioni che gli stessi ritengano opportune in relazione alle attività svolte dagli intermediari, pone obblighi informativi in capo ai membri del collegio sindacale ed in capo alle società incaricate della revisione contabile, ove questi riscontrino irregolarità nelle materie che sono tenuti a controllare; la vigilanza ispettiva, attribuente alle autorità di vigilanza il potere di effettuare ispezioni presso gli intermediari; la vigilanza sul gruppo, ai sensi della quale tutti i soggetti facenti parte del gruppo cui appartiene la società di gestione del risparmio, come individuati dalla stessa normativa del Testo Unico, sono assoggettati ai poteri regolamentari, informativi ed ispettivi già previsti per i singoli intermediari.
Nel quarto capitolo, dopo aver esposto i criteri generali, le regole sulla separazione patrimoniale e quelle disciplinanti la forma dei contratti conclusi con gli investitori, cui devono uniformarsi i comportamenti degli intermediari, è stato esaminato l’unico servizio d’investimento esercitabile dalle società di gestione del risparmio: le gestioni patrimoniali su base individuale di portafogli d’investimento.
Nel quinto capitolo si è affrontato il tema delle gestioni collettive, dall’esame delle quali è emerso che le società di gestione del risparmio sono caratterizzate da una grande flessibilità operativa, derivante dalla suddivisione del servizio di gestione collettiva nelle distinte attività di promozione, istituzione ed organizzazione dei fondi comuni d’investimento e gestione di patrimoni di organismi d’investimento collettivo del risparmio di propria o di altrui istituzione.
Il tema della rappresentanza azionaria in assemblea è stato oggetto della breve esposizione che si è fatta nel sesto capitolo; in particolare si è accennato al ruolo che può essere assunto dalle società di gestione del risparmio nell’ambito della procedura di sollecitazione per la raccolta di deleghe di voto. Nel settimo capitolo, infine, si sono analizzate le sanzioni, sia penali che amministrative, comminabili alle società di gestione del risparmio ove le stesse violino norme precettive poste dal Testo Unico.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Morlacchi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Roberto Sacchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 237 |
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