La caricatura tra arte e politica. Il caso inglese, XVIII secolo
Il presente lavoro si articola in due parti, individuate nei due capitoli, il primo di carattere generale, il secondo più specifico. Partendo dalla riflessione di Charles Baudelaire nel saggio Dell’essenza del riso, il Capitolo 1 è costruito come un contenitore che raccoglie le nozioni essenziali per addentrarsi nel mondo della caricatura inglese del Diciottesimo secolo e dei giornali satirici del medesimo secolo. Con la creazione del primo Salon caricaturale del 1846 si vive una riscoperta dell’arte caricaturale e Baudelaire dedica numerosi scritti sullo studio del riso e del comico e realizza una sorta di catalogo dei caricaturisti francesi ed europei più famosi del tempo.
Ma la caricatura non deve essere considerata come una forma artistica secondaria o di basso livello. Ogni disegno caricaturale nasce da un attento studio dell’anatomia dei soggetti prescelti e dalla cura di ogni dettaglio perché lo scopo principale del disegno caricaturale non è solo una pungente critica alle realtà politiche e ai costumi sociali ma soprattutto la volontà di trasmettere, attraverso alterazioni pensate e studiate del corpo, il carattere e alcuni segni psicologici dei soggetti raffigurati. Per questo, il secondo paragrafo del primo capitolo è dedicato alla ricerca fisiognomica dai tempi antichi fino alla fine dell’Ottocento. Un lavoro di ricerca che ha coinvolto i più grandi geni della storia, partendo da Aristotele, passando da Leonardo fino a Freud.
Nel corso del Settecento la caricatura diventa una tagliente arma sociale, l’intera Europa è scossa da cambiamenti politici e storici radicali che la trasformeranno in un mondo nuovo.
Questi eventi sono ricchi di exempla positivi ma soprattutto negativi che verranno documentati non solo nelle vignette caricaturali dei primi giornali satirici ma saranno di ispirazione per i ragionamenti filosofici di grandi pensatori come David Hume.
Il lavoro presenta un breve excursus su alcuni casi europei particolarmente rilevanti per la storia della caricatura nei giornali satirici. Tra questi il caso francese, con i celebri periodici Le Caricature e Le Charivari fondati da Charles Philipon e a cui lavorarono diversi artisti come Grandville e Daumier. Si passa poi alla realtà spagnola dove, in pieno regime ferdinandino, Goya fu il caricaturista per eccellenza, colpendo soprattutto il Papa e la folla spagnola con i suoi atteggiamenti ferini. L’excursus si conclude con il più tardivo intervento italiano analizzando in breve i giornali satirici più famosi come L’Asino, Il Fischietto e Il Lampione.
La seconda parte del lavoro analizza nel dettaglio il caso inglese, più imponente e complesso.
L’Inghilterra diede i natali ai primi giornali di argomento satirico, colpendo gli eventi e i personaggi politici e la società inglese alto-borghese. In questo contesto il caricaturista più famoso fu Hogarth, artista e studioso di fisiognomica tanto apprezzato dai suoi contemporanei e, un secolo dopo, dal critico Baudelaire. Per lo studio della satira e della caricatura inglese è importante conoscere lo sfondo storico di questo paese. Partendo dalle riforme religiose che cambiarono l’organizzazione interna del Paese e i rapporti con tutta l’Europa, passando alla creazione dei primi partiti all’interno del Parlamento inglese, l’Inghilterra si trova al centro di un vortice di cambiamenti che influenzeranno anche i suoi abitanti. La progressiva agiatezza in cui si cullerà l’isola sarà anche la causa della nascita di vizi malsani per gli inglesi, si vivrà in un contesto dove affianco a tanto progresso e a tanta ricchezza ci sarà una situazione di degrado e corruzione. La doppia faccia dell’Inghilterra dell’Ottocento è stata descritta con minuzia e sottile ironia dai due giornali satirici più famosi del secolo, The Tatler e The Spectator, che godranno di ottima fama e riusciranno a ottenere un pubblico di lettori fidato e attivo. Contribuiscono alla diffusione di questi due giornali le vignette caricaturali che li arricchiscono. Fra i caricaturisti più celebri vi è senza dubbio William Hogarth, che offrì la sua arte a questi due periodici, ma si dedicò anche alla creazione di litografie singole o in serie, della cui stampa e diffusione si occupava lui stesso.
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Informazioni tesi
Autore: | Ludovica Arcieri |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Storia e tutela dei beni artistici |
Relatore: | Marcello Verga |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 73 |
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