Il peccato della solitudine artistico-intellettuale in Nathaniel Hawthorne: analisi e confronto dei personaggi e dell'autore nel loro rapporto tra individuo e società

In questo elaborato si vuole analizzare come il tema della solitudine e del particolare rapporto che lega l'individuo, e più nello specifico la figura dell'artista, alla società siano una chiave di lettura imprescindibile per lo studio tanto della vita quanto delle opere di Nathaniel Hawthorne.
Nel primo capitolo si contestualizza storicamente il problema della solitudine americana, analizzando il rapporto tra gli individui a partire da alcune considerazioni riguardanti l'epoca puritana fino al suo sviluppo, dovuto ai cambiamenti politici e culturali che hanno influenzato le dinamiche delle relazioni sociali negli anni precedenti e contemporanei all'autore, nell'età jacksoniana.
Si procede esaminando la biografia dell'autore, focalizzandosi prevalentemente sugli elementi più rilevanti dal punto di vista del tema affrontato nella tesi: si cerca di stabilire l'importanza e il peso che la solitudine può aver avuto nella vita privata e professionale di Hawthorne, per poi analizzare nello specifico il rapporto con la moglie Sophia Peabody, fondamentale per capire al meglio il mondo interiore e le relazioni sociali dell'autore.
Nel secondo capitolo si analizza maggiormente la figura dell'artista. Innanzitutto si approfondiscono le dinamiche socio-politiche e culturali della democrazia jacksoniana per comprendere in che modo gli intellettuali e la cultura in generale venissero percepiti in quella fase della storia americana e per illustrare il ruolo sempre meno considerevole dell'artista nella società dell'epoca.
Successivamente si prosegue notando come la figura dell'artista acquisti una posizione particolarmente significativa nella concezione hawthorniana, assumendo i tratti distintivi dell'outcast, ed esponendo le ragioni per cui l'allontanamento dalla società costituisca per Hawthorne una delle più gravi forme di peccato.
Nel terzo e ultimo capitolo si analizzano nello specifico due personaggi, esemplificativi ai fini del discorso precedente, tratti rispettivamente da un romanzo e da un racconto: Fanshawe, protagonista dell'omonimo romanzo, ed Aylmer, del racconto "The Birthmark".
Si delineano le similitudini e le differenze tra i due protagonisti appartenenti alla stessa categoria di peccatori hawthorniani, quella dei faustiani scholar-idealists, ovvero degli intellettuali che scelgono un destino di solitudine anteponendo il perseguimento dei propri ideali alla coltivazione degli affetti personali e rompendo il legame con la società, e si mettono in luce i tratti che li accomunano al prototipo dell'artista hawthorniano.