Calciatori o cavie? La denuncia di Carlo Petrini

3 1. INTRODUZIONE Nella tesi che sto svolgendo per la Laurea triennale in Scienze motorie sport e salute, ho deciso di parlare di un argomento che mi sta molto a cuore e spero lo sia anche per i lettori. Quello di cui sto per parlare è un tema che riguarda passato, presente e probabilmente anche futuro: il doping nel mondo del calcio. Per scrivere questa tesi ho preso spunto dal caso particolare di un calciatore degli anni ’60 di nome Carlo Petrini, che racconta di come, quanto e attraverso quali pratiche venivano dopati la maggior parte dei calciatori di quel tempo, del poco riguardo che i medici sportivi avevano nell’ introdurre quelle sostanze nei loro corpi e di molte altre ingiustizie a cui erano sottoposti. Essendo il mondo del pallone un mondo in cui girava e gira tuttora una quantità di soldi esorbitante e poichØ quindi basta un piccolo ingranaggio fuori posto per far andare in tilt il tutto, come potrete immaginare tutte le vicende di doping, calcioscommesse e quant’ altro sono state sotterrate, quindi è stato molto difficile rintracciare fonti attendibili per dimostrare quello di cui sto parlando. La prima parte generale tratta dello sport di Carlo che tutti conosciamo, il calcio e quindi delle caratteristiche necessarie quali fisiche, tecniche, tattiche e psicologiche necessarie per praticarlo ad alti livelli; tratto inoltre di come si è diffuso, delle sostanze utilizzate a quel tempo ed i loro effetti e dei controlli anti-doping che svolgevano. Nella seconda parte invece, tratto della carriera di Carlo, del suo esordio nel calcio professionistico, di come sia entrato in stretto contatto col doping, insieme ai suoi compagni e dei motivi per cui è dovuto fuggire dall’ Italia. Successivamente ho cercato testimonianze a favore e contro quello che sosteneva Carlo riguardo il calcio ipocrita dei suoi anni ed infine ho