Ansia per la matematica, abilità di calcolo e processi inibitori: uno studio nelle Scuole Secondarie di Primo Grado.

In questo elaborato ho deciso di occuparmi del rapporto tra ansia, matematica e processi cognitivi di tipo inibitorio. Negli ultimi decenni numerosi studi si sono interessati all'interferenza che l'ansia per la scuola, e in particolare per la matematica, comporta riguardo alle prestazioni degli alunni sia in compiti matematici sia in compiti che richiedono la messa in atto di funzioni di tipo esecutivo.
All'inizio verranno brevemente delineati i principali aspetti dell'ansia, dell'ansia scolastica e dell'ansia specifica per la matematica; verrà data la loro definizione e saranno messi in evidenza i loro aspetti fondamentali. Verranno, infine, citati alcuni studi che spiegano il rapporto tra ansia per la matematica e prestazioni matematiche.
Successivamente, nel secondo capitolo, verrà introdotto il costrutto di funzioni esecutive quali processi cognitivi di ordine superiore alla base della capacità di gestire informazioni complesse per poi illustrare i principali modelli teorici che nel corso degli anni sono stati sviluppati per comprenderne i meccanismi cognitivi. Dopo un breve excursus sullo sviluppo di queste funzioni cognitive verranno riassunti alcuni studi che nel tempo hanno cercato di dimostrare a livello empirico come esse siano correlate con le abilità matematiche. Infine, saranno citate e brevemente presentate alcune ricerche che si sono occupate dell'interferenza che l'ansia nei confronti della matematica può esercitare nella relazione tra funzioni esecutive e, appunto, abilità matematiche.
Si passerà quindi alla descrizione di una ricerca sperimentale svolta in due Scuole Secondarie di Primo Grado, volta ad osservare il rapporto tra ansia per la matematica, prestazioni matematiche e processi esecutivi di tipo inibitorio.
Dopo aver presentato i risultati ottenuti, essi verranno discussi e messi in relazione con le conoscenze già disponibili in questo ambito.