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Il contributo di Anna Freud allo studio della malattia infantile

La psicoanalisi infantile ha come obiettivo quello di modificare gli arresti evolutivi e le aree di sofferenza nello sviluppo psichico del bambino. Si rivolge a quelle situazioni in cui il mondo del bambino appare intrappolato in una situazione patologica che non gli consente di affrontare la realtà esterna in maniera serena.
Talvolta il disagio infantile si può manifestare attraverso comportamenti apparentemente incomprensibili che la psicoanalisi cerca di rendere comprensibili in riferimento alla teoria dello sviluppo infantile e dell'apparato psichico e, se possibile, aiutare il bambino a modificare i sintomi in senso più adattivo. Per illustrare questo concetto in maniera pratica si può citare il caso di Anna Freud quando intervenne in soccorso di un bambino il quale per proteggersi dall'angoscia derivante dai conflitti tra i suoi desideri istintuali, andava in giro con zaino e cappello. Questo “vizio”, dava nell'occhio e soprattutto attirava l'attenzione negativamente su di lui da parte degli adulti.
In seguito, il bambino riuscì ad adattare il suo comportamento all'ambiente sostituendo zaino e cappello con una penna stilografica riposta innocuamente nella sua tasca dei pantaloni cosicché non venisse giudicato dalle persone che lo circondavano (Freud A., 1936, p. 105).
La psicoanalisi infantile si sviluppa in maniera graduale. A partire dai primi lavori di Sigmund Freud nei quali egli descriveva le varie fasi dello sviluppo psicosessuale, il suo interesse verso l'infanzia era volto solo a trarre conferme rispetto alle teorie da lui formulate o al massimo a stabilire dei legami tra nevrosi e sessualità infantile.
Il suo primo studio su un bambino fu la descrizione di una psicoterapia infantile, nota come il caso del piccolo Hans (1908), di cui ne studiò la fobia.

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Capitolo I Introduzione al pensiero di Anna Freud La psicoanalisi infantile ha come obiettivo quello di modificare gli arresti evolutivi e le aree di sofferenza nello sviluppo psichico del bambino. Si rivolge a quelle situazioni in cui il mondo del bambino appare intrappolato in una situazione patologica che non gli consente di affrontare la realtà esterna in maniera serena. Talvolta il disagio infantile si può manifestare attraverso comportamenti apparentemente incomprensibili che la psicoanalisi cerca di rendere comprensibili in riferimento alla teoria dello sviluppo infantile e dell’ apparato psichico e , se possibile, aiutare il bambino a modificare i sintomi in senso più adattivo. Per illustrare questo concetto in maniera pratica si può citare il caso di Anna Freud quando intervenne in soccorso di un bambino il quale per proteggersi dall'angoscia derivante dai conflitti tra i suoi desideri istintuali, andava in giro con zaino e cappello. Questo “vizio”, dava nell'occhio e soprattutto attirava l'attenzione negativamente su di lui da parte degli adulti. In seguito, il bambino riuscì ad adattare il suo comportamento all'ambiente sostituendo zaino e cappello con una penna stilografica riposta innocuamente nella sua tasca dei pantaloni cosicché non venisse giudicato dalle persone che lo circondavano (Freud A., 1936, p. 105). La psicoanalisi infantile si sviluppa in maniera graduale. A partire dai primi lavori di Sigmund Freud nei quali egli descriveva le varie fasi dello sviluppo psicosessuale, il suo interesse verso l'infanzia era volto solo a trarre conferme rispetto alle teorie da lui formulate o al massimo a stabilire dei legami tra nevrosi e sessualità infantile. Il suo primo studio su un bambino fu la descrizione di una psicoterapia infantile, nota come il caso del piccolo Hans (1908), di cui ne studiò la fobia. Anna Freud può essere considerata la promotrice dell’ incontro di due importanti scienze: la psicoanalisi e la pedagogia che fece confluire nella ipotesi della “l'educazione 3

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Guidi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze e tecniche psicologiche
  Corso: DIPARTIMENTO DI SCIENZE FORMATIVE, PSICOLOGICHE E DELLA COMUNICAZIONE
  Relatore: Antonella Gritti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 29

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