Smart working: innovare, competere, conciliare
Lo Smart Working è un tema importante su cui riflettere, considerati anche i recenti avvenimenti. L’emergenza sanitaria di inizio 2020 ha portato il lavoro agile al centro dell’attenzione di ricercatori e imprenditori. Sono molte le aziende che, per contenere i rischi legati alla diffusione del COVID-19, hanno testato questa inconsueta soluzione organizzativa per proseguire l’attività.
Il presente elaborato ha lo scopo di illustrare questa modalità di lavoro innovativa e ponderarne la validità, partendo dall’analisi del contesto italiano in cui l’adozione dello Smart Working è poco estesa.
L’approccio smart presuppone un ripensamento del paradigma organizzativo: gli spazi e gli orari di lavoro diventano più flessibili, cambiano i sistemi di valutazione della prestazione professionale, si modificano le relazioni interpersonali e la comunicazione.
L’incremento della produttività e, conseguentemente, della soddisfazione personale, l’attenzione sempre più crescente degli stakeholder verso la responsabilità sociale d’impresa e il miglioramento della qualità della vita del lavoratore sono alcune delle motivazioni analizzate che spingono le organizzazioni a sviluppare iniziative di Smart Working.
Quella presentatasi è un’occasione di innovazione e di crescita in prospettiva futura che andrebbe colta. L’ultima parte del lavoro, infatti, è dedicata all’esperienza di successo di un’azienda che si è distinta per il suo passaggio ad un modello agile di business.
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Informazioni tesi
| Autore: | Giorgia Ferri |
| Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
| Anno: | 2019-20 |
| Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
| Facoltà: | Scienze Linguistiche e Letterature Straniere |
| Corso: | L-12 Mediazione Linguistica |
| Relatore: | Chiara Frigerio |
| Lingua: | Italiano |
| Num. pagine: | 36 |
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FAQ
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