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Teoria e pratica della guerriglia urbana in America Latina

Gli anni Sessanta del secolo scorso furono, come sappiamo, un periodo di grandi trasformazioni politiche e culturali che coinvolsero diversi ambiti della società sia su scala nazionale che su scala globale. Molti popoli, stimolati da questa ondata rivoluzionaria, sperimentarono una progressiva presa di coscienza della propria condizione e iniziarono a mobilitarsi per ottenere i diritti e le libertà che da tempo venivano loro negate dai governi dei rispettivi paesi. Questo processo di coscientizzazione coinvolse soprattutto i paesi del Terzo mondo, tra cui quelli del continente latinoamericano, i quali avevano raggiunto l’indipendenza relativamente da poco tempo rispetto al periodo da noi considerato e molti di essi a seguito di lunghi e sanguinosi conflitti, perciò la maggior parte presentava ancora governi poco stabili e società poco coese e fortemente disomogenee. È in questo contesto che cominciarono a svilupparsi i primi movimenti rivoluzionari le cui ideologie, strategie e tattiche saranno al centro della mia riflessione nei prossimi capitoli. Questi gruppi furono in gran parte motivati da alcuni eventi catalizzatori che si verificarono in quegli anni, tra cui il più rilevante fu certamente l’esperienza della Rivoluzione cubana che determinò un sostanziale cambio di rotta nelle modalità di azione collettiva dei gruppi armati attivi nelle Americhe.
La finalità di questo elaborato è quella di fornire una panoramica generale della nascita, dello sviluppo e dell’inevitabile fallimento della guerriglia urbana in America Latina, fenomeno che ha iniziato a manifestarsi a partire dagli anni Sessanta come diretta conseguenza del definitivo insuccesso del fochismo di matrice cubana nell’emisfero sud del continente americano.

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Introduzione Gli anni Sessanta del secolo scorso furono, come sappiamo, un periodo di grandi trasformazioni politiche e culturali che coinvolsero diversi ambiti della società sia su scala nazionale che su scala globale. Molti popoli, stimolati da questa ondata rivoluzionaria, sperimentarono una progressiva presa di coscienza della propria condizione e iniziarono a mobilitarsi per ottenere i diritti e le libertà che da tempo venivano loro negate dai governi dei rispettivi paesi. Questo processo di coscientizzazione 1 coinvolse soprattutto i paesi del Terzo mondo, tra cui quelli del continente latinoamericano, i quali avevano raggiunto l’indipendenza relativamente da poco tempo rispetto al periodo da noi considerato e molti di essi a seguito di lunghi e sanguinosi conflitti, perciò la maggior parte presentava ancora governi poco stabili e società poco coese e fortemente disomogenee. È in questo contesto che cominciarono a svilupparsi i primi movimenti rivoluzionari le cui ideologie, strategie e tattiche saranno al centro della mia riflessione nei prossimi capitoli. Questi gruppi furono in gran parte motivati da alcuni eventi catalizzatori 2 che si verificarono in quegli anni, tra cui il più rilevante fu certamente l’esperienza della Rivoluzione cubana che determinò un sostanziale cambio di rotta nelle modalità di azione collettiva dei gruppi armati attivi nelle Americhe. I movimenti che prenderemo in considerazione si batterono principalmente per riconquistare la propria indipendenza, nuovamente minacciata a causa delle continue incursioni statunitensi negli affari interni dei rispettivi paesi, e per assicurare al proprio popolo i diritti che venivano loro negati dai regimi militari che gradualmente si stavano instaurando in diversi stati dell’area, proprio con l’aiuto dei nordamericani. I metodi con cui i vari movimenti agirono a livello globale differirono l’una dall’altro, c’è chi scelse la manifestazione pacifica mentre altri preferirono modalità più incisive ricorrendo spesso alla violenza. È appunto il caso dei gruppi rivoluzionari sudamericani. Infatti per via della loro oggettiva inferiorità in termini di uomini e di risorse rispetto alle 1 Termine coniato da Paulo Freire (1921-1997), pedagogista brasiliano molto attivo professionalmente negli anni Sessanta. Con esso si indica la presa di coscienza di fronte a una particolare situazione o questione, solitamente di iniziale ingiustizia. 2 Martìn Alvarez A., Rey Tristán E., La dimensión transnacional de la izquierda armada, (2018), pp. 15- 17. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Ferrari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze politiche, economiche e sociali
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Corrado Stefanachi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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