Un flusso migratorio Sud-Sud: Senegal-Marocco.

In questo lavoro ci si è soffermati sull’analisi dei flussi migratori, con particolare riferimento a quelli sud-sud e, nello specifico, quelli che avvengono tra il Senegal e il Marocco.
Con “sud” si fa riferimento ai Paesi che sono economicamente più arretrati e poco, o per niente, democratici, mentre con “nord” quelli che sono economicamente più avanzati, come l’Europa, gli Stati Uniti d’America, il Canada, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda.
Nella prima parte sono stati esaminati i flussi che avvengono in direzione sud-nord, contraddistinti dalla presenza di frontiere che sono aperte in entrata e chiuse in uscita. Lasciare questi Paesi risulta, perciò, difficile a causa dei numerosi visti che è necessario ottenere. Successivamente sono stati esaminati quelli nord-nord, e che oggi coinvolgono molti ragazzi, anche italiani, che desiderano avere maggiori opportunità lavorative e di studio, recandosi principalmente in altri Paesi europei, e quelli che seguono la direzione nord-sud, di recente comparsa e ancora poco studiati.
Si è proseguito con l’analisi dei flussi migratori che procedono in direzione Sud-Sud e che si configurano, oggi, come le “nuove rotte della speranza”, in quanto la maggior parte di coloro che percorre questa tratta fugge da guerre, da persecuzioni e dalla povertà, nella speranza di trovare luoghi migliori da cui ricominciare le proprie vite e spesso non hanno grandi possibilità economiche tali da potersi permettere viaggi più lunghi. Nell’ultima parte è stato esaminato il flusso migratorio riguardante la popolazione che dal Senegal si spinge verso il Marocco, passando attraverso Nouadhibou, in Mauritania, viaggio alquanto lungo e periglioso e proprio per questo scelto da pochi.
Infine, un’intervista realizzata insieme ad alcuni ragazzi africani, che hanno dovuto lasciare i propri Paesi nella speranza di un futuro lavorativamente migliore per loro e per le proprie famiglie.