Istruzione primaria e identità nazionale italiana nell'era delle ''scuole bilingui''
Questo lavoro si pone come obiettivo fondamentale l’individuazione delle ragioni che spingono famiglie italiane e italofone verso il bilinguismo italiano-inglese e l’esame dell’impatto che questa recente forma di istruzione, soprattutto primaria, può avere nella formazione dell’identità nazionale dei bambini.
La ricerca è corredata dalla relazione della mia esperienza di tirocinio presso l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, che mi ha offerto la possibilità di sviluppare la mia ricerca da un’ulteriore prospettiva: quella della scelta dello studio dell’italiano affiancato allo spagnolo, che è apparso svolgere anche il ruolo di lingua “intermediaria” per l’accesso alle comunità anglofone del primo mondo.
Nel sistema scolastico italiano l’importanza dello studio delle lingue straniere, sottolineata dalla Comunità Europea prima e dall’Unione Europea dopo, si è manifestata nell’ampliamento e nell’anticipazione dello studio della prima lingua straniera e nel progressivo affiancamento al questa, tradizionalmente il francese (ora quasi totalmente sostituito dall’inglese), dell’insegnamento di una seconda lingua straniera, dalla scuola dell’infanzia fino alla fine della scuola secondaria.
Il bilinguismo nel sistema d'istruzione italiano non è un fenomeno totalmente nuovo, dato che le lingue delle minoranze linguistiche della Val d’Aosta, dell’Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia non sono solo tutelate da apposite leggi, ma sono sostenute dall’insegnamento nella scuola pubblica. Negli ultimi anni però l’interesse verso il bilinguismo e alla possibilità di facilitare l’apprendimento di seconde lingue già nella più tenera età si è esteso ben oltre i confini di queste aree, con la creazione di scuole private per l’infanzia e primarie definite “bilingui”, volte ad assicurare un apprendimento dell’inglese il più possibile affine a quello dei nativi.
Per lungo tempo l’identità e l’appartenenza nazionale sono state indissolubilmente legate al concetto di lingua nazionale. Nell’Europa dell’Ottocento e della prima metà del Novecento, la lingua è diventata il discrimine per eccellenza, l’elemento che più di tutti gli altri stabiliva chi faceva parte e chi no della nazione e di conseguenza, dello stato.
Dal secondo dopoguerra del secolo scorso e ancora più con l’ultima globalizzazione, l’inglese è diventato la lingua franca della contemporaneità, facendo emergere prepotentemente la necessità per i non-anglofoni di apprendere questa seconda lingua e allo stesso tempo alterando la concezione di nazionalità e i criteri di appartenenza al paese d’origine.
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Informazioni tesi
Autore: | Bianca Donati |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Rocco Ronza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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