Studio di vescicole extracellulari rilasciate da cellule di glioblastoma per scopo diagnostico

Scopo del lavoro Capitolo II SCOPO DEL LAVORO Le vescicole extracellulari sono strutture membranose, distinte sulla base delle dimensioni in esosomi e microvescicole, rilasciate dalle cellule con un ruolo molto importante nei meccanismi di segnalazione intercellulare in condizioni fisiologiche e patologiche, dal momento che trasportano ed espongono sulla loro superficie molecole chiave come acidi nucleici, proteine e lipidi. In parti cole, le vescicole rilasciate nel sangue dalle cellule tumorali intervengono nei meccanismi alla base dei fenomeni di metastasi e neoangiogenesi tumorale. Recentemente, è stato ipotizzato che rappresentino anche un valido strumento di diagnosi in ambito oncologico. Infatti, la crescente prevalenza della malattia a livello mondiale è un fattore importante che guida la crescita del mercato dei biomarcatori oncologici, cioè quei parametri di natura biologica, chimica o fisica che possono essere utilizzati come indicatori circa lo stato di salute o di malattia. Così, i biomarcatori sono utili per lo screening del cancro, la progettazione di farmaci e il monitoraggio dell'efficacia della cura del cancro, consentendo ai medici di personalizzare le terapie per i singoli pazienti - un approccio noto come la medicina personalizzata. Come tale, è il loro campionamento nel tempo un metodo sfruttabile per monitorare le modifiche del tumore in risposta al trattamento, soprattutto per i tessuti dove ripetute biopsie sono improponibili ed impraticabili perché particolarmente invasi ve. Le vescicole extracellulari potrebbero offrire ai pazienti un sistema diagnostico e di monitoraggio persino più affidabile: un medico potrebbe testare periodicamente il sangue di un malato di cancro per comprendere l'efficacia del trattamento e monitorare i pazienti dopo il trattamento per verificare eventuali recidive. Tra le patologie cancerose, i tumori del sistema nervoso centrale sono un quarto di tutti i nuovi casi diagnosticati ogni anno, e di questi circa 1'81 % è ascrivibile al glioblastoma multiforme (GBM), il più comune ed aggressivo dei tumori cerebrali. A ciò si aggiunge la difficoltà di diagnosi e monitoraggio in corso di terapia dei pazienti, che infatti hanno una sopravvivenza media al di sotto di l5 mesi, con recidive ricorrenti in meno di 24 settimane dal trattamento. Quindi, la possibilità di trovare dei biomarcatori per il GBM è altamente interessante. 21