Il territorio costiero della Sardegna nord-orientale nell'Età del Bronzo. I comuni di San Teodoro, Budoni, Posada e Torpè.
In questo elaborato cerco di dare un quadro generale di quello che potrebbe essere stato il popolamento nel territorio costiero nord-orientale della Sardegna durante l’età del Bronzo Medio. Mi soffermerò in particolar modo sul territorio corrispondente agli attuali comuni di San Teodoro e Budoni (nella regione storica della Gallura), Torpè e Posada (nella regione storica della Baronia). L’area indagata ha una superficie di circa 290 km2, che comprende i comuni di San Teodoro e Budoni nella nuova provincia di Olbia-Tempio, mentre i comuni di Torpè e Posada, appartengono alla provincia di Nuoro. I primi due comuni si sviluppano attraverso un articolato sistema morfologico caratterizzato da estesi tratti di costa rocciosa, intervallate da piccole spiagge di fondo baia e da ampie falcate sabbiose, delimitate internamente dallo sviluppo di cordoni dunari più o meno evoluti ed estese depressioni umide retrodunari. A tutto ciò fa da cornice il massiccio montuoso del Monte Nieddu.
La struttura insediativa del territorio conosce forme da età preistorica e protostorica, con una serie di nuraghi. In età romana l’area era attraversata dalla via ad Ulbia Caralis con la stazione di Coclearia, corrispondente probabilmente a San Teodoro. Il ripopolamento dopo un abbandono secolare avvenne verso il secolo XVII con lo stanziamento di pastori di Posada. Al Seicento deve ugualmente assegnarsi il centro abitato di Budoni. L’area che comprende i comuni di Posada e Torpè, conosce un ricco popolamento preistorico, con le Domus de Janas, i nuraghi e le Tombe dei Giganti. Alla foce del fiume Posada, più arretrato in antico, deve localizzarsi la città di Pheronia attestata esclusivamente in Tolomeo, mentre nel medioevo il centro erede di Feronia, Posada, appare come capoluogo della curatoria omonima del Giudicato di Gallura. La complessità ambientale e storicoculturale di quest’area, sia sul litorale sia nel territorio interno, richiama sin dalla preistoria una gestione della costa e delle relazioni per la fruizione e le attività economiche tra aree costiere e aree interne. Il sistema paesaggistico rurale è caratterizzato da un territorio che conserva, intorno al bacino artificiale di Posada, le caratteristiche degli aridi paesaggi pastorali e dalla piana che offre un paesaggio agrario rappresentato in particolare dai seminativi. Il paesaggio storico-culturale è caratterizzato dal borgo medievale di Posada, e il castello della Fava, sia per le valenze urbanistiche sia quelle architettoniche.
Tutta l’area indagata geograficamente si trova in una zona fortemente antropizzata. Questo è dovuto dal fatto che i comuni presi in esame, hanno una forte vocazione turistica, soprattutto durante l’estate, di conseguenza è stato veramente difficile poter esaminare il territorio in maniera dettagliata ed esaustiva. Il comune con più testimonianze archeologiche è quello di Torpè, infatti, dei quattro comuni indagati, Torpè risulta essere l’unico che non è a contatto col mare ed è stato preservato, in parte, dalla forza demolitrice dell’uomo. Nonostante ciò, rimane comunque complicato provare a dare una successione cronologica dei monumenti e anche quali rapporti ci sarebbero potuti essere tra loro. Nelle pagine seguenti, proverò a studiare in maniera più approfondita questo territorio, cercando di capire quale potessero essere i rapporti tra i nuraghi, non solo fra loro, ma anche in relazione al territorio circostante, ai fiumi e al mare, cercando quindi, di dare un quadro più dettagliato dell’area presa in esame.
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Informazioni tesi
Autore: | Maurizio Ceretta |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | ARCHEOLOGIA E CULTURE DEL MONDO ANTICO |
Relatore: | Maurizio Cattani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 207 |
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