Analisi psicologica dell’esperienza di malattia tumorale in età evolutiva. I vissuti del bambino malato di cancro e la sua famiglia
Essere pienamente convinti e fortemente motivati è sempre stato considerato un fattore fondamentale per portare a termine con successo, di qualsiasi grado o forma esso sia, le svariate scelte, sia in numero che in quantità, che la vita stessa pone davanti all’individuo.
Alla luce di queste considerazioni ritengo che sia stata proprio la forte motivazione che mi ha spinto ad affrontare questo mio argomento di Tesi di Laurea.
Una motivazione nata dall’esperienza di tumore vissuta sia in prima persona all’età di otto anni dopo la diagnosi di osteosarcoma, sia con la morte che questa malattia ha provocato, pochi anni fa, nei miei due nonni materni.
Ritengo che l’interferenza di questo evento, e l impatto psicologico che ne è conseguito, è stato forte nella mia vita, ed è questo che ha fatto nascere in me l’interesse verso la specifica influenza che il funzionamento psicologico e l’elaborazione emotiva possono avere sulla salute globale dell’individuo e in particolare sull’insorgenza del tumore.
Durante il mio ricovero presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ho avuto modo di conoscere tante persone, tante storie, tutte diverse fra loro: molti sono guariti, altri in cura, altri ancora non ce l’hanno fatta, come il caso di Giuseppe, un ragazzo di soli 16 anni che, con la mia stessa diagnosi, dal tunnel del tumore non ne è mai uscito.
Durante questo periodo numerose sono state le persone che all’interno dell’ospedale portavano il sorriso a noi piccoli bimbi ammalati, tanto da scoprire come un semplice palloncino con una forma da cagnolino o di spada può fare molto, nonostante per molti scettici, questo tipo di intervento venga ritenuto inutile o superficiale.
Numerosi sono stati i sacrifici della mia famiglia, per non parlare dell’allontanamento avvenuto con mia sorella che, a soli 6 anni, si è vista costretta a trascorrere molto tempo a casa dei nonni ( gli stessi che pochi anni fa persero la vita a causa di tumore).
Vivere il cancro da dentro, come malata, combattendolo personalmente giorno per giorno, e nello stesso tempo riviverlo dopo anni con la malattia dei miei nonni, mi ha sempre dato una visuale molto complessa di questa patologia.
Spada di Damocle è l’espressione con cui si può definire il cancro.
Oggi fortunatamente ci sono delle terapie che in diversi casi portano alla cronicizzazione della malattia, promettendo quindi buone aspettative di vita ai malati. Ma bisogna imparare a vivere con la sensazione che le cose possano cambiare: Secondo il racconto di Cicerone, la spada è sospesa sulla testa di Damocle retta da un solo e sottile crine di cavallo: la spada è grossa e pesante, e il crine potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
Dare importanza alle piccole vittorie: è così che si riconquista la fiducia e la speranza nella vita quando si è colpiti dal cancro. Tutti i malati di tumore dovrebbe brindare per ogni piccola conquista nella lotta contro la patologia. Se l’esito di una Tac è buono, si deve festeggiare. Non arrendersi mai, e non sentirsi mai i più sfortunati, perché solo cosi si può sperare di vincere la lotta.
Lo svolgimento del lavoro qui di seguito, è articolato in cinque capitoli.
Il primo capitolo tratta la Psico-oncologia; viene approfondito l’ambito d’intervento di questa disciplina e l’evoluzione da un punto di vista storico.
Nel secondo capitolo viene presentato il tumore in età pediatrica con i relativi dati epidemiologici e i diversi quadri di patologia.
Il terzo capitolo è interamente dedicato ad un aspetto di importanza cruciale: quello della comunicazione e l’esperienza dell’ ospedalizzazione nel bambino. Parlare del tumore al bambino e spiegargli quello che sta succedendo è senza dubbio un compito estremamente delicato e difficile, che però deve essere affrontato nei modi più corretti per dare sostegno, per rassicurare, per infondere speranza e contrastare la disperazione: non si tratta di fornire un generico e banale conforto, ma di introdurre la patologia nello scenario di vita e di darle un suo senso all’interno della storia personale, allo scopo di privarla delle sue componenti più oscure e terrifiche.
Nel quarto capitolo viene approfondito l’intervento psicologico a sostegno della famiglia e del bambino. Saranno affrontati gli argomenti della scuola, dell’importanza del gioco in ospedale e l’utilizzo della comico-terapia, lo sviluppo e il significato del ridere, del sorriso, dell’umorismo e della comunicazione ironica; inoltre sarà brevemente descritta un’atra forma di terapia alternativa per bambini che si sta sviluppando recentemente anche in Italia: la pet-terapy.
L’ultimo capitolo affronta l’argomento della fase terminale e guarigione, con particolare attenzione al vissuto di morte nel bambino e l’interferenza dell’esperienza tumorale sul suo percorso evolutivo
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Ciccomartino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Enrico Perilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 73 |
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