La Street Art: Banksy, comunicatore sociale e “terrorista” dell’arte
Tra i fenomeni più importanti e significativi dell’arte contemporanea non si può non segnalare quella scena artistica che viene comunemente definita con l’espressione Street Art: forma di comunicazione sempre più presente nell’ambiente sociale, basterà alzare la testa mentre si cammina per strada per rendersi conto che non siamo più soli. Gli angoli e i muri si riempiono di figure interessanti pronte a rubare la nostra attenzione anche solo per un attimo. Con la Street Art l'arte scende in strada trasformando gli angoli della quotidianità in beni comuni; la strada è viva, la vetrina a cielo aperto della socialità, il luogo dove tutto accade.
Nella prima parte del lavoro vengono analizzati i fattori che hanno portato all’emersione del fenomeno artistico della Street Art, “proiettandola” dai ghetti ai musei, sino ad essere ufficializzata come una vera e propria forma d’arte. L’attenzione è rivolta alle forme artistiche da cui è stata fortemente influenzata, il suo rapporto col mondo dell’arte, del mercato, col network e non da meno il controverso rapporto coi comuni, dando anche un’inquadratura del panorama nazionale della Street Art e del suo maggior esponente, Blu.
In particolare viene esaminato il lavoro di Banksy, l’artista che rappresenta al meglio questa nuova forma artistica: uomo invisibile, personaggio senza volto ne storia che volontariamente, lontano dalle luci della ribalta, riesce a stupire ogni volta con una guerrilla art unica.
Dalla grigia Inghilterra è partito alla conquista del mondo comunicando messaggi pacifisti, antirazzisti e soprattutto anticapitalisti. I suoi lavori si basano su illustrazioni satiriche che toccano tematiche sociali, politiche e culturali. Messaggi contro la guerra, contro il sistema capitalistico, la corruzione delle istituzioni, la globalizzazione, il consumismo, il militarismo.
Così un atto “vandalico” si trasforma in messaggio sociale, diffuso, dissacrante, penetrante. Il re dei graffiti diventa il pioniere in difesa dei diritti umani, a favore della pace e dell’uguaglianza.
Nella seconda parte del lavoro si discute, dunque, di questo noto artista affascinante ed enigmatico che nell’ultimo decennio è riuscito a trasformare la Street Art in una forma d’arte legittimata e apprezzata dai più importanti collezionisti al mondo.
Senza dubbio un grande comunicatore, uno di quelli che, con un’ironia affilata da una grande intelligenza, riesce a far comprendere il proprio messaggio grazie a poche linee di vernice.
Banksy propone una nuova forma di comunicazione politica e sociale in grado di attirare l’attenzione e di essere ricordata a lungo: la sua è una comunicazione persuasoria senza finalità commerciali, è pubblicità senza scopi di profitto.
L’artista si assicura che i suoi messaggi abbiano un forte impatto. Il suo ruolo primario è infatti quello educativo: egli tenta di aumentare il livello di consapevolezza e conoscenza dei cittadini riguardo a temi e problematiche generali; la sua comunicazione sociale tenta di produrre un cambiamento nel comportamento delle persone tramite i messaggi che vengono veicolati. Il cittadino è così chiamato a riflettere, a prendere coscienza del mondo in cui vive.
La gente lo capisce: piace a una vasta gamma di persone e non serve sapere niente di particolare per comprenderlo. Il lavoro di Banksy risulta così più facile per il pubblico rispetto a quello di tanti suoi contemporanei, e in questo modo è riuscito ad avvicinare al mondo dell’arte tutto un nuovo pubblico.
Infine nel terzo ed ultimo capitolo vengono trattate e discusse le principali opere dell’artista, con particolare attenzione ai suoi toccanti lavori realizzati sulla mastodontica muraglia che il governo israeliano ha innalzato attorno ai territori palestinesi: su questo confine di cemento Banksy trasforma la Palestina nella più grande “prigione a cielo aperto”: opere che rimandano alla speranza, alla libertà, alla voglia di evadere e di disobbedire.
Viene di conseguenza paragonato il muro palestinese a quello di Berlino: il muro diventa così un medium ed oggetto di una strategia comunicativa specifica, un mezzo di comunicazione innovativo per la comunicazione.
Oggi Banksy è visto non soltanto come il vertice del movimento della Street Art ma dell’arte contemporanea tout cort. Per milioni di persone Banksy è l’accesso necessario non solo per vedere l’arte in modo nuovo, ma anche per accettarla come parte della vita quotidiana.
Banksy ha ridefinito, praticamente da solo, il concetto di arte agli occhi di molta gente che probabilmente non aveva mai pensato, fino a quel momento, di poterla apprezzare.
Come da Banksy stesso affermato, “Il modo più veloce per arrivare in alto in quello che stai facendo è di metterlo sottosopra”. Banksy è stato geniale proprio in questo: è riuscito a mettere l’arte sottosopra, a stravolgerla!
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Masucci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Guelfo Tozzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 92 |
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