Il trasferimento di residenza fiscale all'estero
Con il presente lavoro si è cercato di delineare il fenomeno dei trasferimenti di residenza fiscale all’estero. In uno scenario europeo e mondiale in cui i confini sono sempre meno marcati e gli spostamenti agevolati dalla riduzione delle barriere fisiche e giuridiche, è divenuto quanto mai inevitabile per gli Stati interrogarsi sulla natura del fenomeno del trasferimento. Le conseguenze che esso comporta, in termini di erosione delle risorse a disposizione, sono evidenti e ulteriormente messe in luce dalla tendenza degli Stati ad adottare sistemi di tassazione ancorati al criterio personale della residenza, attraverso il quale sono assoggettati ad imposizione i redditi dei residenti ovunque prodotti (cd. world wide taxation principle).
Al fine di contenere il fenomeno, ogni singolo Stato ha adottato specifiche misure volte a ostacolare il trasferimento. In tale contesto l’ordinamento italiano sembra contrastarlo attraverso differenti strumenti: in primo luogo, con il progressivo ampliamento dei criteri di collegamento, in particolare con l’estensione del criterio della sede dell’amministrazione e del domicilio, i quali permettono alla giurisprudenza di ricondurre la residenza fiscale di un soggetto nello Stato; in secondo luogo, attraverso l’introduzione di presunzioni legali di residenza in situazioni ritenute sintomatiche di trasferimenti fittizi; infine, tramite la predisposizione di exit taxes, imposte per le imprese commerciali volte a tassare le plusvalenze latenti al momento del trasferimento. Questi istituti, in misura diversa, sollevano inevitabili problemi di compatibilità con i principi delineati dall’ordinamento europeo.
L’analisi del fenomeno non può tuttavia prescindere da una valutazione della competizione fiscale, attraverso la quale gli Stati, tramite un abbassamento delle aliquote interne, perseguono l’obiettivo di attrarre nuovi contribuenti, al fine di aumentare la propria materia imponibile complessiva. La competizione fiscale sembra dunque costituire un forte incentivo al trasferimento della residenza fiscale all’estero mentre le sole disposizioni di diritto interno, ove non coordinate con misure sovranazionali, appaiono insufficienti ad arginare il fenomeno.
In questo quadro l’Harmful Tax Competition e il Code of Conduct rappresentano un primo passo nella direzione di incidere su quella che molto spesso è la ragione ultima del trasferimento, il risparmio fiscale, e di circoscrivere la vorticosa race to the bottom generata dalla competizione tra ordinamenti che, oltre a erodere le risorse complessive degli Stati, sembra andare nella direzione di alleviare il carico impositivo sui redditi facilmente ricollocabili e, di contro, aggravare il carico fiscale su fattori meno mobili.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Tagariello |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Alessandra Magliaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 157 |
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FAQ
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