La gestione dei rifiuti nella più recente evoluzione legislativa
Il presente lavoro parte dalla constatazione che l'industrializzazione degli ultimi decenni ha provocato un aumento della produzione dei rifiuti, senza controllo e senza che siano state prese in parallelo, dalle imprese produttrici, i necessari ed essenziali rimedi per evitare quel collasso, come nel territorio campano nell'anno 2010, nella gestione dei rifiuti.
L'imput è arrivato, come spesso accade, dal legislatore europeo che con varie Direttive, tra le quali la 2008/98/CE, ha imposto agli Stati membri una ferrea programmazione nell'ottica di una società "zero – waste" a dispetto di quella del "tutto rifiuto" dove tutto veniva collocato in discarica, obiettivo che in Italia iniziava a prendere forma già con il "Decreto Ronchi" nel 1997.
Proprio le discariche nella nuova disciplina vengono declassificate ad extrema ratio della gestione dei rifiuti; infatti, percorrendo la nuova "gerarchia" nella gestione dei rifiuti, il legislatore, sia europeo che nazionale (il quale ha disciplinato in maniera globale la materia con il D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche), prescrive ed incentiva gli operatori del settore a preferire anzitutto la prevenzione nella produzione stessa dei rifiuti o semmai il riutilizzo/riciclo.
Con questo assunto si intende responsabilizzare i produttori stessi, prima che i loro prodotti passino ad essere rifiuti, mediante l'internalizzazione dei costi di smaltimento e la creazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili per la maggior parte dei componenti o addirittura biodegrabili.
La gerarchia prosegue includendo: la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero di altro tipo dei rifiuti (pensiamo al recupero sotto forma di energia), ordine che può essere variato solo per specifiche esigenze o flussi di rifiuti senza incorrere in censure.
Lo smaltimento in discarica compare solo quale ultima opzione, difficilmente preferibile alle altre, solo nel caso in cui le operazioni di recupero siano materialmente o economicamente sconvenienti.
Tale modo di gestire i rifiuti deriva principalmente dalla nuova concezione del "rifiuto". Questo è un altro punto focale del lavoro: la nuova concezione del rifiuti ai sensi dell'art. 183 T.U.A. Infatti, il rifiuto non viene più considerato come qualcosa di negativo ed inutile, ma quale risorsa da sfruttare al posto delle materie prime vergini, in modo da abbattere sensibilmente sia i costi di produzione che i connessi costi di smaltimento dei residui.
Dalla prima Direttiva in materia, la 74/442/CE, alla Direttiva 2008/98/CE, la nozione ha subito vari cambiamenti, che la hanno attualizzata ponendo l'accento sull'intenzione di "disfarsi" del detentore e distinguendoli in base al loro livello di pericolosità, di modo che ogni tipo rifiuto abbia una propria disciplina e proprie autorizzazioni con differente complessità. [...]
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Informazioni tesi
Autore: | Gianmaria Macrì |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Claudio Franchini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 199 |
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