Pratiche elusive e loro contrasto: il caso delle società di comodo
Per elusione fiscale si intende quel comportamento posto in essere dal contribuente attraverso atti ed operazioni di per sé leciti, ma che vengono utilizzati con lo scopo principale od esclusivo di aggirare le norme impositive per conseguire risparmi d’imposta. L’elusione fiscale si colloca come un terzo genere tra il risparmio lecito d’imposta, consentito dalla legge, e l’evasione fiscale, contraria alla legge.
Un’operazione può definirsi realmente elusiva se presenta contemporaneamente tre caratteristiche, e cioè l’assenza di valide ragioni economiche, intesa come apprezzabilità economica-gestionale degli atti e negozi giuridici; è diretta ad aggirare obblighi o divieti previsti dall’ordinamento tributario ed è finalizzata all’ottenimento di riduzioni o rimborsi d’imposta altrimenti indebiti. Nell’ambito dell’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/73, che rappresenta la norma antielusiva di carattere generale, l’assenza di valide ragioni economiche rappresenta un presupposto autonomo rispetto al fine di ottenere un vantaggio tributario.
Le pratiche elusive più utilizzate sono le più disparate, in quanto derivano dalla naturale inventiva dell’ingegno umano, dalla varietà degli strumenti giuridici che il diritto interno (privato o pubblico), e quello internazionale pongono a servizio ed a garanzia dei singoli e dall’esistenza di diverse norme tributarie nella quali si possono ravvisare diverse possibilità di aggiramento. Ciò che rileva particolarmente per qualificare un’operazione come elusiva è l’anormalità in senso economico del procedimento o negozio giuridico scelto dalle parti.
Tra i fenomeni elusivi più diffusi vi sono le operazioni straordinarie, l’allocazione di utili o di parte del patrimonio aziendale in Paesi con regimi fiscali più favorevoli definiti paradisi fiscali, la pratica del transfer pricing, e la costituzione di società di comodo.
Le società di comodo sono quelle società che il Legislatore presume siano non operative, e vengono costituite a scopo di elusione, quando la persona fisica intesta alla società i propri beni patrimoniali, non per l’esercizio di un’ attività economica, ma solamente per trarre un vantaggio dalla condizione giuridica dei beni conferiti, i quali costituendo patrimonio autonomo e separato da quello personale, non vengono pertanto esposti al rischio di possibili pretese da parte dell’amministrazione finanziaria o dei creditori personali.
La disciplina fiscale delle società di comodo è stata introdotta con l’art. 30 della legge n. 724 del 23 dicembre 1994, sorta per penalizzare le società senza impresa, cioè quelle società che al di là dell’oggetto sociale dichiarato sono costituite al solo fine di amministrare i patrimoni personali dei soci.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Alessia Di Silvestre |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Finanza Aziendale |
Relatore: | Giacomo Pignataro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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