L' antigiudaismo teologico de ''La Civiltà Cattolica''
Il 6 aprile 1850 a Napoli fu pubblicato il primo quaderno della Civiltà Cattolica in un’atmosfera di entusiasmi reazionari. La rivista si collegava infatti alla politica intransigente di Pio IX verso il movimento risorgimentale italiano ed, insieme, alla difesa dei principi politici e religiosi scossi dall’anticlericalismo del tempo...Il titolo, "La Civiltà Cattolica", scelto per la rivista, ha perso oggi la connotazione con cui si è presentata al primo numero. L’articolo "La", nella metà dell’Ottocento serviva a sottolineare che la vera civiltà non era quella nata dalla Rivoluzione francese, ma quella che poggiava sui sacri principi di autorità religiosa. Il ritorno ad essa implicava il riconoscimento dell’autorità del Papa e la restituzione dello Stato pontificio, obiettivo primario del Collegio degli scrittori.
...
In realtà la scelta dell’intransigentismo nei confronti dello Stato italiano da parte della Santa Sede e di riflesso anche da parte della Civiltà Cattolica, non poteva essere se non quella. La formazione dello Stato pontificio e del potere temporale dei Papi poggiava su uno pseudo principio teologico che li voleva come voluti espressamente da Dio. Per secoli, a partire dall’editto di Costantino, la graduale affermazione delle gerarchie ecclesiastiche nei gangli dell’Impero e la costituzione incontrastata della societas christiana nel periodo medioevale, venivano interpretate come opera diretta della provvidenza divina. Per Pio IX modificare la mappa politica dell’Italia appariva veramente un’impresa impossibile perchè contraria ai disegni della provvidenza, ed era sinceramente convinto che il tentativo di arrivare all’unità della penisola l’avrebbe portata alla distruzione, come avviene per tutte le imprese che vanno contro la volontà dell’Onnipotente. La sua rinuncia allo Stato pontificio sarebbe equivalsa pertanto ad un sacrilegio di cui lui avrebbe dovuto rendere conto davanti a Dio.
La Santa Sede era perfettamente consapevole che i moti rivoluzionari del 1848 in Italia avrebbero creato nei vari stati italiani una forte corrente popolare diretta all’unità della penisola sotto il dominio sabaudo. Per impedirla, si fece ricorso ad un'intensa pressione diplomatica sulla Francia e messi in atto anche chiari tentativi di fare leva sul sentimento religioso di Carlo Alberto.
La lettera datata 13 giugno 1848 che Pio IX fece recapitare a Carlo Alberto, considerata “profetica” dallo stesso Papa alla luce degli anni 1859 e 1860, testimonia sia la coscienza che si aveva in Vaticano della direzione che avrebbero preso gli eventi dopo il 1848, che l’impossibilità morale della Santa Sede di accettarli. Alla luce del concetto di sacralità dello Stato pontificio, la richiesta della Santa Sede a Carlo Alberto di rifiutare la responsabilità di unificare la penisola, non va considerata come ingenuità politica da parte del Vaticano, ma va vista alla stregua dell’extrema ratio, come appello alla coerenza rivolto ad un re cattolico, considerato, perciò, in linea di principio, doverosamente ossequiente alla voce del Vicario di Cristo in terra.
"Maestà
Li affari d'Italia si vanno complicando, ed io mi credo in dovere di fare una parola a V. M.
Vi è un partito che fatica incessantemente, per ridurre Una l' Italia...
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Informazioni tesi
Autore: | Camilla Mele Daste |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Facoltà di Teologia di Lugano, Canton Ticino - CH |
Facoltà: | Teologia |
Corso: | Storia della Teologia |
Relatore: | Azzolino Chiappini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 323 |
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