Sistemi di moda collaborativa dall'open source all'open wear
La costruzione di un discorso su un'altra moda, una moda collaborativa, che prende spunto dalla filosofia di uno dei principali movimenti che che animano i nuovi media, ossia l'Open source, deve imprescindibilmente partire da una delle caratteristiche fondamentali dell'attuale mondo del fashion design, ossia la circolazione di oggetti creativi (abiti) liberi da copyright: ogni stilista può “prendere in prestito” qualsiasi modello dai “colleghi” del passato o del presente e venderli come propri. Si, perché in questo settore la morsa dei diritti d'autore che governa il cinema, la musica e i software è quasi inesistente e la moda sembra trarne beneficio. Ciò che per alcuni, abituati alla protezione di qualsiasi prodotto creativo, potrebbe sembrare un plagio è per la moda un concetto del tutto legale, anzi è forse questo uno dei principali motivi grazie al quale l'industria vestimentaria rimane, in epoca di pirateria “selvaggia”, un settore così proficuo. Ciò che nella Musica è un Bootleg si potrebbe dire del tutto accettato nelle logiche del mondo moda: guardare, copiare, riadattare, personalizzare sono operazioni che fanno tutti gli addicted, così come i principali colossi del Fashion System. Sicuramente un guru della moda tenderà sempre a produrre capi originali rispetto ad un suo collega, ma per altri (vedi i grandi marchi del fast fashion come H&M, ZARA etc.) produrrà sempre modelli da imitare, modelli da riprodurre rendendo quei capi forse leggermente diversi, ma comunque suoi derivati e certamente più acquistabili. Tutto questo però non sembra frenare la creatività stilistica, ma pare addirittura stimolarla arrivando a realizzare oggetti di difficile riproducibilità. Ciò che invece è tutelato è il marchio di fabbrica, il logo sull'etichetta, ed è per questo motivo che molti stilisti stampano il proprio marchio sulla maggior parte della loro creazione.
Preso atto di quest'aspetto la trattazione continuerà con l'analizzare la formazione di un movimento, “San Precario”, nato nel mondo della moda per tutelare i tanti lavoratori precari ivi presenti, e alla sua trasformazione in un un finto brand: “Serpica Naro” (suo acronimo), che da marchio protetto, registrato e quindi individuale è stato poi liberato dagli stessi creatori, grazie alla stesura di una licenza (Creative Commons) e divenuto un collettivo/associazione non-profit. Questo grande movimento scaturito dal meta-brand ha attivato un processo di collaborazione tra lavoratori del mondo della moda e piccoli produttori che non è andato perso. Infatti i co-fondatori ragionando sugli attuali strumenti partecipativi messi a disposizione dal web 2.0 (ad es. piattaforme, community online e social network) hanno utilizzato il tutto e fondato un progetto ispirato ai modelli di software open source: Openwear.org. Si tratta di una piattaforma online in cui ovviamente sono scaricabili e modificabili i cartamodelli dei capi e i progetti di design, cioè una collezione collaborativa da cui attingere e, per la prima volta nella moda, un marchio registrato e liberato da licenza che ne permette l'utilizzo da parte di terzi, rispettando i principi in essa contenuti. Tutto ciò dà vita e opportunità a piccole realtà di qualità che altrimenti non avrebbero facilmente visibilità, ma soprattutto vorrebbero dare il via ad un nuovo modello di creazione, produzione, consumo e formazione nella moda sviluppando un concetto di artigianato diffuso, ricontestualizzato, e addirittura potenziato da nuove tecnologie di produzione on-demand e da alcuni “strumenti” con codici aperti (come per esempio cartamodelli, tutorial ma presto anche software di supporto e macchine tessili open-source).
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Simona Masciulli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Guglielmo Pescatore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Gli effetti della Sharing Economy nel settore moda. Il caso Dress You Can
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi