Risposte adattative di alcuni vitigni georgiani al pedo clima di Bolgheri (Toscana)
Nella tesi da me svolta ho cercato di valutare l’adattabilità di alcuni vitigni georgiani al pedo clima di Bolgheri (Toscana).
Viticoltura e vinificazione sono i più importanti settori dell'agricoltura georgiana.
In Georgia sono registrati oltre 450 tipi di vini locali, il paese è considerato uno dei più antichi luoghi di produzione di vini d'alta qualità nel mondo
Io ho analizzato sei varietà a bacca bianca (Mtzvane Kachuri, Chitisvala Kachuri, Rkatziteli R., Khikhvi, Aciarulit, Bazaleturi) e 5 varietà a bacca rossa (Alexandruli, Saperavi, Ogialesci, Tskobila, Mugiuretuli).
Il lavoro di selezione dei grappoli, di micro vinificazione (utilizzando un torchio verticale), analisi sulle uve (effettuate tra il 3 e il 10 settembre per le varietà a bacca bianca e tra il 3 e il 20 settembre per le varietà a bacca rossa) e l’analisi dei vini è stato svolto durante il tirocinio formativo presso l’azienda “Podere Guado al Melo”, della famiglia Scienza, mentre le analisi sensoriali sono state svolte recentemente a Milano, con un panel di 7 assaggiatori esperti.
Ho iniziato innanzitutto ad analizzare la diversità pedo climatica tra la regione caucasica della Georgia, e la zona di Bolgheri, in Toscana.
Dalle ricerche effettuate è possibile dire che la Georgia, bagnata da un lato dal Mar Nero e chiusa dall’altro dalla catena montuosa del Caucaso, assomiglia morfologicamente alla Toscana, bagnata dal Mar Tirreno e chiusa nella parte opposta dagli Appennini; questo favorisce il mantenimento di un clima mite, ideale per la coltivazione della vite, con estati calde e asciutte e inverni piovosi ma non freddissimi; infatti le masse d’aria fredda provenienti dal nord e le masse d’aria calda provenienti dal sud vengono bloccate dalle catene montuose; da segnalare che nella regione del Kakheti, dove abbiamo la più alta concentrazione di realtà vitivinicole, c’è una grande escursione termica tra il giorno e la notte, la quale favorisce la formazione di aromi.
Presso Guado al Melo abbiamo avuto un anno climaticamente perfetto, con buona piovosità fino a giugno, luminosità e temperature elevate in luglio e agosto, un settembre non troppo caldo ed un ottobre asciutto; questo andamento ha permesso una lenta maturazione del frutto con conseguente accumulo di antociani, tannini maturi e aromi varietali.
Analisi delle varietà: dai campionamenti delle uve a bacca bianca possiamo notare che il ph tende a diminuire nell’arco di 7 giorni, passando mediamente da 3,54 a 3,27, cosi come l’acidità che cala da 6,2 a 5,6 g/l (tranne nella varietà Bazaleturi, uva molto acida, dove curiosamente i valori aumentano da 8,5 a 9,2 g/l) mentre i gradi babo, cioè il tenore zuccherino, tende ad aumentare passando da 17,9 a 19,9 (anche qua il campione di Bazaleturi è in controtendenza, registrando un valore in calo, da 16,4 a 16).
In degustazione il Bazaleturi risulta essere il vino più acido, con punte di vegetale cotto e agrumato; il Chitisvala e l’Aciarulit risultano molto equilibrati, con punte di frutta secca; il Khikhvi ha un’alcolicità elevata e dei sentori floreali e di frutta matura; il Rkatziteli è amaro e leggermente sapido mentre il Mtsvane ha forti sentori di frutta cotta.
Dai campionamenti delle uve a bacca rossa notiamo che sia acidità che ph diminuiscono nell’arco di 18 giorni, passando mediamente da 8,6 a 7,1 g/l (acidità) e da 3,2 a 3,1 (ph).
I gradi babo tendono ad aumentare (valore medio da 16,4 a 17,5); da notare come la varietà Ogialesci abbia un basso valore (13,2 gradi babo al 20 settembre).
Col metodo di Glories abbiamo determinato la maturità fenolica delle nostre uve, trovando che la varietà Saperavi è quella con più antociani estraibili (971,25 g/l) e tannini dei vinaccioli (476 g/l), mentre Tskobila e Alexandruli hanno un’elevata percentuale di estraibilità (circa 65%).
In degustazione l’Alexandruli risulta molto speziato, con forti sentori di frutta matura e frutta cotta; il Saperavi molto equilibrato e persistente; il Mugiuretuli risulta molto acido con aromi floreali; l’Ogialesci è speziato e fenolico; lo Tskobila risulta molto astringente con note di vegetale secco.
Nel complesso questo lavoro ha portato alla produzione di buoni vini, sicuramente migliorabili sotto alcuni aspetti sensoriali, ma che hanno soddisfatto il panel di degustatori.
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Montini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Corso: | Viticoltura ed enologia |
Relatore: | Attilio Scienza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 97 |
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