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L'azione collettiva risarcitoria e restitutoria: profili comparatistici

Come attentamente osserva Stephen Yeazell , uno dei massimi studiosi di procedura civile americana, la class action, è “un’anomalia” nella società statunitense cosi profondamente individualista, un atavismo che riesuma regimi precedenti all’età moderna e cerca di adattarli ai nostri tempi. Dall’altro lato però, l’azione di classe è anche considerata uno dei più potenti strumenti processuali, “something out of the ordinary” che permette ad uno o più individui di agire in giudizio per conto di un’intera categoria di soggetti. Si assiste ad un’aggregazione di causae petendi individuali nei confronti del medesimo convenuto pur rimanendo l’azione un “private enforcement of individuated private rights” . Questa aggregazione non rappresenta però in modo naturale e genuino gli interessi della categoria: è piuttosto una “fictio” giuridica per ottenere vantaggi procedurali e di policy. Con la class action basta un querelante per avviare il procedimento del cui esito positivo potranno avvantaggiarsi tutti i membri della categoria. È come se l’individuo agisse per il ristoro del danno che è collettivo. Questo meccanismo, permettendo la trattazione congiunta di casi identici porta a ridurre i costi della litigation aumentandone l’efficienza del procedimento giudiziale secondo logiche di economia processuale e di uniformità di giudicato. La possibilità del singolo del diritto di “avere il proprio giorno in corte”(right to have his own day in court) e di avere un potere negoziale che altrimenti non avrebbe è l’aspetto che ha più entusiasmato. Uno degli scopi primari della tutela collettiva è proprio quello di essere un “vehicle to promote access to justice” per rendere tutelabili in giudizio diritti con un modesto contenuto economico che i rispettivi titolari difficilmente farebbero valere individualmente per l’ovvia ragione che un’azione diventa vantaggiosa solo quando raggiunge un certo valore tutt’altro che esiguo. L’espressione “l’unione fa la forza” per descrivere il fenomeno è senz’altro molto esemplificativa. Le class actions inoltre, hanno sortito importanti effetti di deterrenza inducendo gli operatori economici a rispettare le regole di lealtà e correttezza nelle relazioni economiche. Rappresentano un rimedio processuale moderno ma che ha origini in istituti assai antichi.

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5 1.Introduzione Come attentamente osserva Stephen Yeazell 1 , uno dei massimi studiosi di procedura civile americana, la class action, è “un’anomalia” nella società statunitense cosi profondamente individualista, un atavismo che riesuma regimi precedenti all’età moderna e cerca di adattarli ai nostri tempi. Dall’altro lato però, l’azione di classe è anche considerata uno dei più potenti strumenti processuali, “something out of the ordinary” 2 che permette ad uno o più individui di agire in giudizio per conto di un’intera categoria di soggetti. Si assiste ad un’aggregazione di causae petendi individuali nei confronti del medesimo convenuto pur rimanendo l’azione un “private enforcement of individuated private rights” 3 . Questa aggregazione non rappresenta però in modo naturale e genuino gli interessi della categoria: è piuttosto una “fictio” giuridica per ottenere vantaggi procedurali e di policy. 4 Con la class action basta un querelante per avviare il procedimento del cui esito positivo potranno avvantaggiarsi tutti i membri della categoria. È come se l’individuo agisse per il ristoro del danno che è collettivo. Questo meccanismo, permettendo la trattazione congiunta di casi identici porta a ridurre i costi della litigation aumentandone l’efficienza del procedimento giudiziale secondo logiche di economia processuale e di uniformità di giudicato. 5 La possibilità del 1 Stephen C. YEAZELL, From medieval group litigation to the modern class action, Yale university press, 1987, p866 ss. 2 Cosi scriveva YEAZELL. S. C. , Group litigation and social context: Toward a History of the class action, in Colum. Law Rev. , 1977, p. 866 3 L’espressione è di R. B. CAPPALLI-C. CONSOLO, Class Action for Continental Europe, A Preliminary Inquiry, 6 Temp. Int'l & Comp. L. J. 217 (1992), 224. 4 J. C. COFFEE, “Class action accountability: reconciling exit, voice and loyalty in representative litigation”, in 100 Columbia Law Review, 2000, 401 5 P. RESCIGNO, “Sulla compatibilità tra il modello processuale della class action e i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico italiano”, in Giur. it. , 2000, II, 2224

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Informazioni tesi

  Autore: Mariangela Sarli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Beatrice Ficcarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 186

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Parole chiave

class action
azione collettiva
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