Dalla periferia al centro: viaggio tra le disuguaglianze del sistema mondo
Uno degli approcci più validi ed indovinati per l’analisi delle disuguaglianze nel mondo è senz’altro quello «sistemico», nato alla fine degli anni ’80 del secolo scorso specialmente grazie all’opera di Immanuel Wallerstein. Tale approccio sembra cogliere abbastanza incisivamente le logiche della globalizzazione, di questa recente realtà che sconvolge le relazioni tra i popoli sia a livello economico, che a livello sociale, politico e culturale.
Il «sistema-mondo» non si propone come una vera e propria teoria, bensì come un nuovo tipo di analisi sociale del mondo in contrasto con le precedenti teorie che cercavano di spiegarne lo sviluppo, ossia quella della «modernizzazione» e quella della «dipendenza». Ciò che era sbagliato, agli occhi dei teorici sistemici, era innanzitutto l’unità presa in considerazione, che non era quella della società-stato, ma, appunto, quella del sistema-mondo caratterizzato da un unico tipo di economia, quella capitalista, e da un’unica divisione del lavoro, quella tripartita, tra zone del centro, della semi-periferia e della periferia. In secondo luogo il sistema-mondo critica la teoria storica dello sviluppo umano in fasi progressive, in particolar modo la teoria degli stadi dello sviluppo di Rostow, osservando che lo sviluppo progressivo è solo una caratteristica del centro di un sistema economico di tipo capitalistico, e che le società umane sono diventate sempre più disuguali dal momento in cui l’economia-mondo capitalistica è diventata sistema-mondo. Le disuguaglianze sono dunque frutto di uno scambio ineguale tra il centro del sistema e la sua periferia (Braudel 1977).
Il sistema-mondo non è però destinato a durare. Si prefigura una crisi del sistema che secondo Giovanni Arrighi ha come sintomo l’alto grado di finanziarizzazione dell’economia raggiunto in questi anni. E perciò che la crisi finanziaria del 2007/08 diventa il segnale di quello che potrebbe essere un grande cambiamento verso scenari diversi: da una parte, l’affermazione di una nuova potenza mondiale che diventi leader dello sviluppo ed espressione di un nuovo centro, non più quello occidentale, seguendo quella che Arrighi considera come la «teoria dei cicli egemonici», dall’altra il passaggio verso un nuovo sistema di relazioni mondiali dove non vi è più un unico centro, ma la coesistenza di più centri mondiali che di conseguenza modificano la situazione di gerarchia dell’attuale sistema-mondo.
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Carretti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Francesco Chiarello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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