Produttività e remunerazione nella scuola italiana
La preoccupazione di avere un sistema scolastico che ottimizzi le risorse a disposizione per fornire alle generazione future quel bagaglio di conoscenze necessarie per avere dei lavoratori preparati e dei buoni cittadini è comune a tutti gli Stati. Il problema chiave è, però, proprio quello di rendere efficiente la spesa nel settore istruzione, vale a dire quello di trovare il modo di migliorare l’output scolastico contenendo la spesa nel settore.
Naturalmente, l’elemento sul quale si sono focalizzate le attenzioni dei riformatori è stato il corpo docente. Se da una parte, infatti, è innegabile che il responsabile dell’apprendimento dello studente (meglio: della messa a frutto delle capacità dello studente) è l’insegnante, dall’altra è vero che le spese per il personale, in Italia, assorbono la quasi totalità delle risorse assegnante alla scuola: il 96% del budget della pubblica istruzione è destinato agli stipendi.
Assistiamo, quindi, a progetti volti ad introdurre schemi retributivi che leghino il salario dei docenti ai risultati degli studenti. Neppure in Italia, dove il settore della pubblica istruzione sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti che dovrebbero portare alla riforma dell’attuale ordinamento scolastico, sono mancate proposte di introduzione di sistemi incentivanti. Una prima proposta è stata formulata dal ministro Berlinguer in occasione del rinnovo del contratto collettivo del comparto scuola. Nelle intenzioni dei proponenti, si voleva introdurre uno strumento che incentivasse gli insegnanti ad essere più produttivi; vedremo, però, come, più che un sistema incentivante, quello ipotizzato si rivelasse un mezzo per riconoscere e premiare gli insegnanti più anziani che già fossero “i migliori”. Dal canto suo, Confindustria ha auspicato un rinnovamento della scuola italiana che preveda sistemi di incentivi legati alla performance, sull’esperienza maturata nella realtà aziendale. Esempi di performance-related pay sono rintracciabili nelle esperienze attuate in alcune scuole statunitensi, ma anche Nuova Zelanda e Australia hanno deciso di sperimentare questo sistema. Il caso più interessante, però, è sicuramente quello inglese progettato dal governo Blair. Il ministro dell’istruzione David Blunkett, infatti, ha dato il via, nonostante la ferrea opposizione dei sindacati, ad una rivoluzione scolastica dai connotati tipicamente manageriali, che si propone di conseguire il miglioramento del sistema pubblico d’istruzione, rendendolo più efficiente. Questo risultato dovrebbe essere raggiunto riformando il sistema scolastico attraverso l’introduzione di tre elementi: la scelta da parte del “consumatore” dell’istituto da frequentare, la concorrenza tra le scuole (mirata ad attrarre l’utente-alunno), e la retribuzione legata alla performance.
Nel primo capitolo di questo lavoro esamineremo le differenze tra la scuola italiana e i sistemi scolastici dei principali Paesi europei e degli Stati uniti, concentrando la nostra attenzione soprattutto sulle diverse condizioni d’impiego del personale docente; dallo studio dei diversi sistemi scolastici potremo vedere come avviene la formazione e la selezione del corpo docente.
Il secondo capitolo, invece, si prefigge l’obiettivo di analizzare le forze della domanda e dell’offerta di docenti nella scuola pubblica, esaminando quei fattori che, nei diversi Paesi, determinano i movimenti di domanda e offerta di personale: dallo studio delle determinanti di domanda e offerta potremo capire, da un lato, quali sono i soggetti che optano per l’insegnamento e, dall’altro, come si può motivarli.
Concluderemo, nel terzo capitolo, procedendo all’esame delle forme di incentivi ai docenti proposte per il miglioramento del prodotto dell’istruzione, verificando i loro fondamenti teorici e quali siano i risultati ottenuti dalle diverse esperienze.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Jennarelli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Piergiovanna Natale |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 141 |
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