Il contratto turistico
Il binomio turismo/vacanza ha un peso sempre maggiore nella nostra vita sociale, economica e culturale. L’origine etimologica della parola turismo può derivare sia dall’inglese “to tour” (andare in giro), sia dal francese “tourner” (girare); l’origine etimologica di vacanza, invece, è dal latino vacàntia – vacans – vacare ossia libero senza occupazioni; difatti, il sostantivo “vacatio” originariamente indicava l’“esenzione” dal servizio militare o da obblighi vari. Il termine latino per indicare la nostra “vacanza”, o meglio il nostro “tempo libero”, era “otium”, che non potremmo assolutamente tradurre col calco italiano “ozio”, in quanto il termine ha assunto nella nostra lingua un valore chiaramente negativo (l’ozio che abbruttisce, il padre di tutti i vizi, ecc…). Non è così per l’ “otium”, ossia il tempo che si dedicava a sé – al proprio “privato” diremmo oggi – e che bilanciava ed integrava il “negotium”, cioè il tempo dell’attività pubblica. Autorità indiscussa per comprendere bene il rapporto tra i due termini e il complesso di valori ad essi collegati, è Cicerone .
È dunque il tempo dedicato a fini ricreativi, a fini ludici, ad un arricchimento culturale, crescita spirituale di ciascuno di noi, tempo libero dagli affari, dall’attività pubblica .
Dall’inizio del ‘900 ad oggi sono state coniate molte definizioni tra di loro eterogenee e che, per tale motivo, spesso hanno causato non poche incomprensioni.
Dal 1910 le definizioni di turismo si modificano da quella generica di Herman Von Schullard a quella del 1961 di Bertolino per cui il turismo è uno spostamento dal luogo abituale di residenza in uno o più luoghi di temporaneo soggiorno, al fine di soddisfare determinati bisogni di diporto, con conseguente trasferimento dei redditi a puro scopo di consumo.
Da queste prime definizioni alcune fattispecie variabili utili a una definizione del fenomeno turistico:
• lo spostamento al di fuori del luogo di residenza. Non ogni spostamento può essere considerato turistico; si aggiunga anche la distinzione che avrebbe ai fini normativi
• la permanenza nel luogo visitato;
• lo scopo del viaggio può comprendere qualsiasi motivazione al di fuori di un’attività remunerata. La motivazione può essere propriamente turistica per esempio per scopi culturali, sportivi, di piacere, di relax; oppure non direttamente turistici come ad esempio per studio, per motivi salutari o per lavoro non remunerato (riallacciandosi, così, all’etimologia del termine vacanza – otium) .
ecc. ecc..
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Gallo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Antonino Scalisi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
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