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Donne inglesi in Australia agli albori della colonia: i memoriali di Ada Cambridge e Rosa Praed tra bush e aborigeni

Il presente lavoro intende analizzare i memoriali autobiografici di Ada Cambridge e Rosa Praed, due scrittrici inglesi vissute in Australia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, in pieno periodo coloniale. Queste autrici sono donne che hanno avuto vite molto differenti l’una dall’altra e in un certo modo opposte: la prima è nata in Inghilterra, la seconda, figlia di coloni inglesi, è nativa australiana, ma si è trasferita in Inghilterra a venticinque anni. Ada Cambridge e Rosa Praed possono essere definite donne in bilico tra il vecchio e il nuovo mondo, donne alla ricerca di un difficile equilibrio tra due realtà opposte. Infatti il loro è un punto di vista privilegiato per capire la realtà coloniale dato che entrambe hanno uno sguardo sui due mondi e riescono a cogliere pregi e difetti dell’uno e dell’altro. Proprio per questa caratteristica di non abitare né qui né altrove si potrebbero definire due “malate di nostalgia”. Nessuna delle due si sentirà veramente a casa sia in Australia sia in Inghilterra.

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INTRODUZIONE Il presente lavoro intende analizzare i memoriali autobiografici di Ada Cambridge e Rosa Praed, due scrittrici inglesi vissute in Australia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, in pieno periodo coloniale. Quest’analisi riveste un interesse notevole soprattutto perché, fino a circa la metà del Novecento, la letteratura femminile australiana era abbastanza ignorata da critica e pubblico. Per comprendere questo disinteresse nei confronti delle scrittrici donne bisogna considerare il fatto che la composizione della società delle colonie era inizialmente costituita soprattutto da uomini. Si intuisce così come la scrittura femminile, tanto lontana dai canoni maschili, venisse completamente ignorata. Infatti, come sostiene Debra Adelaide nel suo saggio riguardante le scrittrici australiane del XIX secolo A Bright and Fiery Troop: Australian Women Writers of the Nineteenth Century , nella società maschile coloniale australiana si registra “the cult of mateship” (culto del cameratismo). Tale cameratismo non consisterebbe solo in una semplice solidarietà tra uomini contro le donne a livello sociale, ma in qualcosa di più vasto. Anche la critica letteraria ne sarebbe stata influenzata, negando addirittura lo stesso diritto di sopravvivenza a testi femminili e autrici donne. 1 Lo scopo del presente elaborato è quello di mettere in luce l’impatto che ha avuto questo ambiente abbastanza inospitale, sia a livello geografico che sociale, sulle due scrittrici inglesi: Ada Cambridge e Rosa Praed. Queste autrici sono donne che hanno avuto vite molto differenti l’una dall’altra e in un certo modo opposte: la prima è nata in Inghilterra, la seconda, figlia di coloni inglesi, è nativa australiana, ma si è trasferita in Inghilterra a venticinque anni. Ada Cambridge e Rosa Praed possono essere definite donne in bilico tra il vecchio e il nuovo mondo, donne alla ricerca di un difficile equilibrio tra due realtà opposte. Infatti il loro è un punto di vista privilegiato per capire la realtà coloniale dato che entrambe hanno uno sguardo sui due mondi e riescono a cogliere pregi e difetti dell’uno e dell’altro. Proprio per questa caratteristica di non abitare né qui né altrove si potrebbero definire due “malate di nostalgia”. Nessuna delle due si sentirà veramente a casa sia in Australia sia in Inghilterra. Il tema del viaggio e l’insediamento delle donne all’arrivo nel nuovo mondo sono tra le tematiche più diffuse negli scritti delle autrici di quel periodo. A questo proposito, 1 Cfr. Adelaide Debra, A Bright and Fiery Troop: Australian Women Writers of the Nineteenth Century, Penguin, Victoria 1988, p. 2. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca De Grandis
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Serena Baiesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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