L'arbitrabilità internazionale delle controversie sulla proprietà intellettuale
Questa tesi tratta sostanzialmente della possibilità che le controversie sulla proprietà intellettuale (ad esempio sulla validità dei marchi e brevetti o la contraffazione dei diritti d'autore), siano sottoponibili ad arbitrato in alternativa alle normali procedure dei tribunali statali.
L'importanza di uno studio comparativo di questo genere deriva anzitutto dalla considerazione che la proprietà intellettuale ha assunto un ruolo crescente e decisivo nello sviluppo economico degli Stati.
Basta pensare alla possibilità di utilizzazione su scala industriale di un brevetto d'invenzione, in un momento in cui solo l'innovazione tecnologica diventa fonte sicura di reddito. Recenti statistiche della Camera di commercio internazionale dimostrano che il ricorso alla procedura arbitrale diventa sempre più la forma preferita di soluzione di questo tipo di controversie. Le ragioni che fanno dell'arbitrato, e più in particolare di un servizio specializzato d'arbitrato in materia di controversie sulla proprietà intellettuale, una preferibile alternativa alla tradizionale via giurisdizionale, sono varie.
La prima è strettamente connessa con il fenomeno della crescente internazionalizzazione dell'utilizzo della proprietà intellettuale, a sua volta legato alla mondializzazione dei mercati.
La seconda ragione che rende preferibile la via arbitrale è l'estrema complessità tecnica delle controversie sulla proprietà intellettuale.
La necessità di regolare rapidamente questo particolare tipo di controversie, è la terza ragione che depone in favore del ricorso all'arbitrato. E ciò, non solo dal punto di vista delle spese legali.
La costante diminuzione della durata di vita dei prodotti e delle tecniche comporta che le decisioni di investimento, quale può essere quella di impiantare una fabbrica o di lanciare una campagna internazionale di commercializzazione, possono essere subordinate al riconoscimento del diritto di utilizzare un'invenzione o un marchio. Le procedure di lunga durata quali possono essere quelle amministrate dai tribunali statali, rispondono meno ai bisogni degli imprenditori che utilizzano i beni della proprietà intellettuale. L'arbitrabilità, ovvero la possibilità concessa dalla legislazioni di sottoporre ad arbitrato le controversie sulla proprietà intellettuale, non è tuttavia riconosciuta in modo uniforme in tutti gli Stati. Comune a tutti gli ordinamenti giuridici è la possibilità di ricorrere all'arbitrato consentita esclusivamente ai privati, tra i quali sia insorta una controversia su determinati aspetti della proprietà intellettuale. E' quindi escluso che lo Stato possa essere parte di una procedura arbitrale di questo tipo. Contro una decisione dei competenti uffici amministrativi che neghi la validità di un titolo, il privato può solo proporre ricorso presso gli organi giurisdizionali. E' invece sull'arbitrabilità oggettiva, intendendosi per oggettiva le materie per le quali è possibile il ricorso alla procedura arbitrale, che le legislazioni e la giurisprudenza degli Stati divergono profondamente. Su di essa incide fortemente quel fattore che la dottrina straniera definisce indistintamente "ordine pubblico", e che andrebbe distinto in ordine pubblico interno, ovvero i limiti stabiliti dalle legislazioni speciali in materie considerate di preminente interesse pubblico e che quindi interdicono indirettamente il ricorso all'arbitrato, e ordine pubblico internazionale rappresentato dai principi fondamentali ed irrinunciabili che caratterizzano ogni sistema giuridico e che non possono quindi essere violati in sede di riconoscimento di sentenze arbitrali straniere. Lo studio comparativo mette in luce come questo fattore (l'ordine pubblico) rifletta le principali concezioni sul ruolo dello Stato nella regolamentazione di materie socio - economiche.
Dove l'impostazione dell'ordinamento giuridico è tradizionalmente liberale (Stati Uniti, Inghilterra e Svizzera), il ricorso all'arbitrato è consentito senza alcun ostacolo; laddove, invece, il ruolo dello Stato nel regolamentare la vita sociale ed economica è storicamente penetrante ed incisivo (Italia e Germania), è prevista la competenza esclusiva dei tribunali statali in gran parte delle controversie sulla proprietà intellettuale. L'elemento che risulta invece comune a tutti i sistemi esaminati, è l'assenza di limiti all'arbitrabilità nel caso in cui la questione controversa sorga nell'ambito di un rapporto contrattuale.
Nell'ambito dei sistemi fatto oggetto di comparazione, quello italiano presenta le maggiori restrizioni. La proprietà intellettuale continua ad essere considerata materia nella quale si ritiene rilevante l'interesse pubblico, con la conseguente inderogabilità della giurisdizione statale in merito alla soluzione delle relative controversie. La nuova legislazione in materia di arbitrato e di diritto internazionale privato, sembra aprire alcuni spiragli.
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Informazioni tesi
Autore: | Massimo Lo Re |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1994-95 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Giovanni Kojanec |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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