Neoplasia mammaria e strategie di prevenzione
Nella cultura occidentale, una delle grandi rivoluzioni del ventesimo secolo è stata l’emancipazione femminile. Con una facilità sempre maggiore, oggi, le donne anticipano, scelgono, decidono; e non solo per se stesse ma anche per la loro famiglia. Esse rivestono un ruolo sempre più determinante nella vita politica, sociale ed economica ed hanno assunto le redini del loro destino. Stranamente, peraltro, queste donne iperattive sono spesso indifferenti quando si tratta della loro salute.
Esse trascurano persino sintomi molto evidenti e subiscono in pieno quello che avrebbero potuto evitare facilmente. E’ questa la ragione per cui “una diagnosi di tumore al seno è quanto di più crudele e nello stesso tempo bizzarro possa capitare a una donna: stai bene, non hai nessun disturbo, e a un tratto, facendo la doccia ti accorgi, o il medico visitandoti ti avverte che un nodulo indolore minaccia la tua vita” .
Il carcinoma mammario è la più frequente malattia tumorale che colpisce la popolazione femminile in età superiore ai 35 anni. Allo stato attuale si può calcolare che 7 donne su 100 verranno colpite dalla malattia nel corso della loro vita e che almeno 3 di esse ne moriranno. Riprendendo quanto emerso, il tumore del seno è sempre più frequente, ma è sempre più curabile. Su tre individui che si ammalano oggi, due riescono a guarire. Teoricamente “una donna colpita da carcinoma alla mammella ha di fronte a sé non una condanna inappellabile, ma una malattia seria, non una sentenza capitale, ma un grave problema di salute che impone determinate scelte” .
E’ importante precisare che questo soltanto 20 anni fa era un risultato impensabile, quando la percentuale di guarigione non superava il 40%. In quest’ottica, fino agli anni Sessanta, le donne colpite da un tumore al seno subivano la sua mutilazione, avevano come effetto collaterale della terapia un gonfiore del braccio, dovuto ad un accumulo linfatico, in qualche caso sopravveniva addirittura una paralisi dell’arto.
Oggi grazie ai nuovi interventi conservativi e alle tecniche di chirurgia plastica, la donna operata ha una qualità della vita del tutto paragonabile ad una donna sana, né va incontro a discriminazioni sotto il profilo estetico. In altre parole, fino a pochi anni fa, “le malattie della mammella provocavano non pochi danni psicologici, proprio perché costituivano un grande problema dal punto di vista estetico” .
Il progresso è sotto gli occhi di tutti ed è stato reso possibile dai passi avanti compiuti nel campo della ricerca clinica e di base, della prevenzione, della diagnosi e della terapia. Ulteriori passi avanti potrebbero essere compiuti grazie alle innovazioni e ancora allo studio. A questo proposito bisogna ricordare che le donne italiane sono tra le meglio curate. La possibilità di guarire sale infatti al 70-80 per cento se la diagnosi viene fatta precocemente, agli esordi della malattia.
Purtroppo sono ancora troppo poche le donne italiane che si sottopongono a controlli periodici dei seno. Va ricordato che un esame prezioso come la mammografia, per esempio, viene attualmente eseguito da non più di 2-3 donne italiane su 10 che dovrebbero farlo. Si può concludere che, una corretta diagnosi precoce dei tumore del seno, dipende oggi, in larga parte, dalle informazioni e dalla sensibilità al problema maturate dalle singole donne.
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Addessi |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Cassino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Servizio Sociale |
Relatore: | Elisabetta De Vito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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