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Le relazioni economiche tra Italia e Libia dopo il Trattato di Bengasi (2008).

Il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione del 2008 ha prodotto un mutamento epocale nei rapporti tra Italia e Libia. È stata un'operazione di altissimo significato politico, che ha consentito di superare le conseguenze di un passato doloroso. Decennali dissapori infatti, inficiavano la crescente interdipendenza economica che non era mai venuta meno neanche al momento della rivoluzione del 1969. D’altronde è un rapporto che copre tutti i settori: politica, economia, scambi culturali e universitari, sistema di difesa, traducendosi di conseguenza in un vantaggio per le imprese italiane, alle quali il Trattato stesso riserva una posizione di speciale riguardo. In fin dei conti, è stata una lunga gestazione, passata tra minacce, momenti di idillio e continue ambiguità. Basti ricordare che tra i punti più bassi, vi è stata sicuramente la cacciata nel 1970 di tutti gli italiani residenti sul suolo libico e l’espropriazione di tutti i loro beni. Tuttavia l’intesa, è stata raggiunta con il placet italiano alle richieste libiche sui torti subiti durante l’occupazione coloniale del secolo scorso. Cinque miliardi di dollari in cambio di misure per combattere l’immigrazione clandestina e favorire gli investimenti delle aziende italiane. Nelle pagine successive analizzeremo quindi la valenza che questo trattato ha avuto soprattutto sulle relazione economiche tra i due paesi, partendo con un excursus storico sui legami economici instaurati dall’anno della rivoluzione di Gheddafi, sino ai giorni nostri. Illustreremo il ruolo degli investimenti libici nella finanza italiana, in rapporto anche con la recente crisi economica. L’importanza che hanno giocato i fattori petrolio e gas naturale nel raggiungimento dell’intesa e le commesse che le imprese italiane hanno ottenuto grazie all’accordo, senza dimenticare i risvolti sul piano politico e sulla nota dolente del contenimento dell’immigrazione clandestina.

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2 INTRODUZIONE Il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione del 2008 ha prodotto un mutamento epocale nei rapporti tra Italia e Libia. È stata un'operazione di altissimo significato politico, che ha consentito di superare le conseguenze di un passato doloroso. Decennali dissapori infatti, inficiavano la crescente interdipendenza economica che non era mai venuta meno neanche al momento della rivoluzione del 1969. D‟altronde è un rapporto che copre tutti i settori: politica, economia, scambi culturali e universitari, sistema di difesa, traducendosi di conseguenza in un vantaggio per le imprese italiane, alle quali il Trattato stesso riserva una posizione di speciale riguardo. In fin dei conti, è stata una lunga gestazione, passata tra minacce, momenti di idillio e continue ambiguità. Basti ricordare che tra i punti più bassi, vi è stata sicuramente la cacciata nel 1970 di tutti gli italiani residenti sul suolo libico e l‟espropriazione di tutti i loro beni. Tuttavia l‟intesa, è stata raggiunta con il placet italiano alle richieste libiche sui torti subiti durante l‟occupazione coloniale del secolo scorso. Cinque miliardi di dollari in cambio di misure per combattere l‟immigrazione clandestina e favorire gli investimenti delle aziende italiane. Dopo la revoca delle sanzioni ONU nel 2004, l‟Italia si è trovata in prima linea nel siglare nuovi accordi commerciali con la Libia. Un vantaggio sia strategico che economico, il cui punto di partenza lo si fa risalire alla

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Piero Fabio
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: relazioni e politiche internazionali
  Relatore: Ersilia Francesca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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