L'Islam al governo in Turchia: l'impatto politico del Refah Partisi e il processo del 28 febbraio
Organizzazione, successi elettorali, chiusura forzata e retaggio del Refah Partisi e del governo Refahyol, 1996-97.
La chiusura del Refah era l’ultimo atto di una catena di governi brevi ed inconcludenti, dai quali si distingue comunque solo per la fine piuttosto originale, inevitabile e soltanto accelerata da un intervento dello stato maggiore.
Gli anni dopo la morte di quello straordinario statista che fu Turgut Ozal (1993) furono caratterizzati da esecutivi instabili, coalizioni di governo svogliate quando non dichiaratamente litigiose, da un’economia in aperta crisi e dall’assenza di leader davvero abili, dalla mancanza di una visione politica forte e di un partito all’altezza, capaci di portare il paese alla realizzazione di obiettivi potenzialmente a portata di mano. Lo scenario caotico, la crisi sudorientale, la politica frantumata in un mosaico di partiti centristi dalle piattaforme più o meno equivalenti erano tutti sintomi di un periodo di transizione e stabilizzazione tra il darbe dell’80 e quella che col senno di poi sappiamo essere la vittoria inappellabile dell’AKP nel 2002. In quel periodo, l’esercito non aveva ancora messo da parte, nemmeno in via nominale, il suo ruolo di cane da guardia della repubblica, e nel 1997 i “generali riluttanti” commisero il comprensibile errore di abbassare la natura del loro intervento, tradizionalmente inteso come ultima ratio in risposta ad una situazione di estrema instabilità, portando l’autorevolezza dell’esercito nel reame delle beghe partitiche, appoggiando certi movimenti di opposizione e danneggiando la propria reputazione di imparzialità. Sempre col senno di poi, potremmo ascrivere il postmodern darbe (colpo di stato post-moderno) del ’97 non tanto nel solco dei tradizionali interventi di stabilizzazione e reindirizzo delle forze armate turche, ma come l’inizio di un processo di integrazione dell’esercito nella politica (processo per fortuna abortito con l’ultima serie di nomine dello stato maggiore), a partire da una serie di circostanze contingenti, in un contesto sistemico caratterizzato da una stabile instabilità, anche a tutela degli interessi politici e finanziari orbitanti attorno ai centri del potere Laik.
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Informazioni tesi
Autore: | Niccolò Fattori |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze internazionali e diplomatiche |
Relatore: | Marcella Emiliani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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